LA TERRIBILE STORIA DELL’ELEFANTE RAJU. PER 50 ANNI COSTRETTO A SOFFERENZE ATROCI. DOPO LA LIBERAZIONE, HA PIANTO
Dopo 50 anni di catene, finalmente Raju è stato liberato. E ha pianto. Raju è un elefante, non è un uomo. La sua misera condizione di vita è iniziata appunto mezzo secolo fa, quando un uomo l’ha catturato nella foresta, in India, e lo ha incatenato sfruttandolo con ogni mezzo, per mendicare poche monete dai turisti.
Così Raju era stato incatenato fin da piccolo e sopravviveva grazie alle magre offerte di cibo offerto da turisti talvolta impietositi, talvolta talmente imbecilli da divertirsi a vederlo mangiare gli involucri di plastica o di carta del cibo che loro avevano appena mangiato.
In catene, sanguinante a causa di colpi assestati con uno speciale bastone armato di chiodi, Raju era costretto a mendicare pochi soldi per il suo padrone, mettendosi in mostra e cercando di fare qualche passo di danza su quel poderoso tronco che la natura ha lentamente costruito, nei millenni, per camminare lentamente o velocemente se necessario, ma mai per ballare come vorrebbe la stupidità umana.
Per fortuna, a grande distanza da lui, Raju era seguito da un’associazione zoofila inglese che era venuta a conoscenza della sua tragica condizione: l’elefante sarebbe morto in breve tempo a causa delle infezioni e delle carenze alimentari. Studiata nei minimi termini, l’operazione orchestrata dagli inglesi si è svolta durante il Giorno dell’Indipendenza Americana.
Il 4 di luglio dunque, durante la notte, un gruppo formato da dieci veterinari e specialisti di animali selvatici, affiancati da venti uomini della polizia forestale indiana, si è trovato pronto nella zona di Uttar Pradesh e ha dato inizio all’operazione di salvataggio. La notte è stata scelta perché non ci sono turisti in giro e per evitare che la pelle indebolita dalle carenze vitaminiche subisse i gravi danni del sole cocente. Pooja Binepal, esponente dell’associazione zoofila inglese, ha descritto il salvataggio come «estremamente emozionante per tutto il team».
Pooja ha detto alla stampa: «Raju ha vissuto per 50 anni un’esistenza miserevole, in catene ogni ora del giorno. Un atto di intollerabile crudeltà, tanto più che le catene erano chiodate e, a ogni movimento del corpo, un chiodo entrava nella pelle lacerandola». Ma quello che ha lasciato tutto il team esterrefatto, appena tagliate quelle maledette catene, è stato vedere le lacrime scorrere dagli occhi di Raju, perché lui aveva capito di essere finalmente libero. «Una commozione enorme è entrata nei nostri cuori e ha fatto piangere anche noi». ha detto un rude forestale indiano. Gli elefanti sono animali di straordinaria intelligenza e sensibilità. Per quanto il significato del pianto sia ancora controverso, molti etologi sono convinti che elefanti, scimmie, orsi e cavalli abbiano la capacità di piangere in modo del tutto simile a quello umano. Dopo il salvataggio, Raju è stato sedato e poi trasportato a poche ore di distanza presso l’Elephant Conservation and Care Centre di Mathura dove non potrà dimenticare la crudeltà dell’uomo, ma potrà conoscerne un’altra faccia, meno nota e visibile. Quella dell’affetto.