LA SPENDING REVIEW METTE A RISCHIO “SOCIALE” I SINDACI
I continui e massicci tagli ai trasferimenti statali e regionali mettono in difficoltà i sindaci sui quali ricade la tensione sociale. Il grido di allarme dell’Anci
Il documento approvato dall’Anci accoglie tutta la drammaticità degli amministratori locali che devono fare i conti con continui tagli. Sindaci e assessori sono a diretto contatto con i cittadini. Sono loro, che non hanno colpa sulla riduzione dei trasferimenti, a fare da spugna alle tensioni sociali, alle difficoltà economiche quotidiane e sempre crescenti, dei cittadini, alla disoccupazione che aumenta giorno dopo giorno. La premessa del documento approvato dall’Anci è drammatica e rispecchia fedelmente la realtà degli enti locali. Riportiamo alcuni passaggi chiave.
“La fase di grande difficoltà finanziaria che i Comuni siciliani hanno attraversato, in particolar modo negli ultimi tre anni, appare sempre più come il sintomo evidente di una crisi del sistema delle autonomie locali. Decenni segnati da scelte sbagliate e da inerzia dell’Amministrazione regionale ed, in parte, delle stesse amministrazioni locali su temi fondamentali per lo sviluppo quali la riforma del sistema di smaltimento dei rifiuti, gli Ato idrico, il personale precario uniti all’assenza di investimenti infrastrutturali hanno contribuito a determinare, per molti enti locali, una condizione finanziaria che oggi si presenta come strutturalmente deficitaria”.
“Situazione quest’ultima che è alla base della inarrestabile proliferazione dei Comuni che presentano uno stato di dissesto o di pre-dissesto. D’altro canto rispetto ai rapporti economico-finanziari tra Stato e Regione siciliana (e, conseguentemente, enti locali dell’Isola) “la madre di tutte le riforme”, quella del Federalismo fiscale, mai completamente decollata nel resto d’Italia, non ha visto nessuna attuazione – neanche parziale – nella nostra Regione. Il mancato avvio della trattativa per la chiusura dell’intesa tra Stato e Regione, ai sensi dell’art. 27 della Legge n. 42 del 2009, a lungo richiesto dalla nostra Associazione, ha prodotto l’effetto di rinviare la soluzione di temi essenziali per l’efficienza del sistema pubblico in Sicilia”.
“Lo Stato e la Regione, in questi ultimi anni di gravissima crisi della finanza pubblica, se da un lato non sono riusciti ad affrontare alla radice i problemi che caratterizzano le autonomie locali dall’altro hanno continuato a “scaricare” di fatto parte delle loro difficoltà sul sistema degli enti locali riducendo i trasferimenti, imponendo costi relativi a servizi in precedenza non a carico dei Comuni o determinando un significativo aumento delle aliquote dei tributi locali e del livello locale di pressione fiscale (TARI e TASI)”.
“Come testimoniano i dati forniti da IFEL, i Comuni hanno in questi ultimi anni sopportato il peso maggiore della spending review garantendo il contributo più significativo al risanamento della finanza pubblica. Hanno però di conseguenza sopportato un peso eccessivamente alto, che ha determinato, tra gli altri effetti, anche quello di una sostanziale riduzione della loro capacità di effettuare investimenti sul territorio”.
“La drammaticità di tale situazione dipende anche dal fatto che lo sforzo di contenimento della spesa pubblica sostenuto dagli enti locali è stato accompagnato da una crisi economica ed occupazionale del Paese ed, in particolare, della Sicilia, che ha prodotto una progressiva insorgenza di forti tensioni sociali. In tale contesto, gli amministratori locali sono costretti a far fronte ad una realtà particolarmente complessa, caratterizzata dall’aumento delle difficoltà economiche dei cittadini e da una contestuale diminuzione della capacità dei Comuni di offrire servizi (in particolare “servizi sociali”)”.
Pur essendo “responsabili” di fronte alle loro Comunità solamente di una piccola parte della complessiva situazione finanziaria del Paese sono però – visto il loro ruolo di front office delle istituzioni sui territori – chiamati a rispondere del cento per cento dei problemi economici e sociali. A tale riguardo, non può essere sottaciuto il fatto che una delle conseguenze di tale stato di cose è che gli amministratori locali vivono uno stato di fortissima difficoltà non potendo far fronte alla complessità dei problemi che hanno dinnanzi ed essendo esposti, in relazione alle numerose competenze che la legge affida loro, sia a responsabilità di tipo penale, civile, amministrativo e contabile sia ad un sensibile aumento dei rischi per la loro incolumità personale” .