“La Sicilia fredda”, inaugurata mostra d’arte all’Eremo di Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina (fotogallery)
SANTO STEFANO QUISQUINA. L’inaugurazione della mostra d’arte nelle terre sicane, il cui titolo “Sicilia Fredda” è una frase tratta dal libro di Leonardo Sciascia, “Il Cavaliere e la morte”, assume un aspetto quasi di contraltare rispetto alla missione della stessa mostra. Non semplicemente una esposizione di interessanti opere d’arte di artisti del territorio, la cui maestria è ben visibile, a ricordare un periodo nel quale quelle terre sicane erano espressione metereologica del freddo portatore di neve che ricopriva di bianco i monti del territorio. Le condizioni climatiche, con l’aiuto devastante dell’uomo, sono cambiate e al freddo climatico ricordato da Sciascia si è accostato, anzi ha preso possesso, un altra forma di freddo che il presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina, Calogero Pumilia individua “nel freddo della desertificazione che avanza, il freddo della fuga di tanti giovani, il freddo del mancato sviluppo economico”.
Una visione pessimistica? Pumilia va oltre la prima metà del bicchiere e vede una speranza. Di fronte ad uno scenario di freddo sociale ed economico, il Presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina intravede la speranza nella “permanenza di artisti del territorio e di grande valore, parecchi di loro anche di fama nazionale, in questi territori e che può rappresentare, così come la rappresenta l’arte, una speranza di primavera. La speranza che non debba durare perennemente il freddo (non meteorologico) in queste terre”.
Il progetto finanziato dal Ministero della Cultura “punta sull’arte- evidenzia Pumilia- e sulla cultura stessa come strumento di sviluppo economico”.
La mostra ha come luogo il suggestivo Eremo di Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina. Un gruppo di Comuni, Santo Stefano Quisquina, Bivona, San Biagio Platani, Cianciana, Alessandria della Rocca, Prizzi e Sant’Angelo Muxaro, ha presentato un progetto al Ministero della Cultura che è stato elaborato dalla Farm di Favara. Progetto che è stato ammesso al finanziamento, un progetto che ha come fine di veicolare l’arte e la cultura per lo sviluppo economico. Sono state concretizzate una serie di iniziative di diversa tipologia ma tutte nel solco dell’arte.
Alla Fondazione Orestiadi di Gibellina è stato conferito incarico di organizzare una mostra a Santo Stefano Quisquina che si intitola “Terre fredde di Sicilia”, frase del libro di Sciascia “Il cavaliere e la morte”, un bel testo che è un commiato dell’autore alla vita, scritto in visione del traguardo finale della sua vita.
Il testo critico della mostra è scritto da Roberta Randisi. Le opere esposte sono di Dimitri Agnello, Giuseppe Agnello, Sergio Amato, Juan Esperanza, Vincenzo Ferlita, Nino Giafaglione, Alfonso Leto, Dario Lo Vullo, Domenico Militello, Carmelo Nicotra, Giovanni Piazza, Bruno Pistorio, Giampaolo Puleo, Valerio Rabante, Christian Reina, Lorenzo Reina, Giuseppe Rizzo, Salvatore Rizzuti, Francesco Sarullo, Simone Stuto e Giuseppe Traina.
“La mostra- dichiara il sindaco di Santo Stefano Quisquina, Francesco Cacciatore- è un primo passo significativo per spezzare quel freddo meteorologico delle nostre zone portando il soffio di una primavera di speranza e di risorgimento grazie alla tenacia di artisti del territorio che credono alle bellezze e peculiarità del territorio e che intravedono nella bellezza, nell’arte, nella cultura, un valido veicolo di rilancio e di risveglio sociale ed economico. Alla bellezza paesaggistica delle zone sicane si intende sommare quella della cultura, viatico efficace specie in una società in cui l’effimero sembra prevalere”.
Filippo Cardinale