La Sicilia che si svuota, ogni anno 50mila giovani emigrano in cerca di fortuna

SICILIA- Ogni anno 50mila giovani, in gran parte laureati, preparati, abbandonano la Sicilia, ritenendola una terra senza prospettiva. L’esodo fotografato dall’Istat ha numeri impressionanti: nel 2021 si sono cancellati dall’anagrafe 91.274 siciliani, di cui 50.540 under 40. Studenti, lavoratori, ventenni in cerca della prima occupazione o trentenni in fuga dalla giungla dei contratti irregolari e del lavoro discontinuo, precario, sottopagato, spesso con ore extra da svolgere gratis o straordinari che non transitano dalla busta paga.

In sette anni, tra il 2015 e il 2021, oltre 700mila siciliani si sono iscritti all’anagrafe di altre regioni, principalmente Lombardia, Piemonte e Lazio, oppure sono andati all’estero alla ricerca di un lavoro: di questi, 364.870 hanno tra i 18 e i 39 anni.

Nel 2021 Palermo ha perso 25.257 residenti fra i quali 10.586 giovani, Catania 28.875 di cui 13.494 under 40: sono queste le due realtà metropolitane con la percentuale più elevata di emigrazione giovanile. Una miriade di ragazzi in bilico tra l’andarsene e il restare, che provano a realizzarsi ma a casa non trovano sbocchi. L’Isola si svuota di molte delle sue risorse migliori, una voragine incolmabile che assume le forme di un’emorragia di talenti.

I giovani lasciano la Sicilia dopo essersi formata in essa. “La domanda crescente di forza lavoro, più o meno qualificata, da parte delle aree del Centro-Nord e dei Paesi stranieri più economicamente sviluppati ha provocato una diaspora che non si è mai arrestata – osserva Francesca Licari, ricercatrice Istat che si occupa di registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita – Ciò ha contribuito a impoverire ulteriormente il tessuto economico e sociale della Sicilia e più in generale del Mezzogiorno. Inoltre, nel tempo si è diversificata l’offerta della forza lavoro: il profilo del giovane emigrato siciliano è sempre più altamente qualificato, ma il capitale umano formato nel luogo di origine viene investito nelle aree maggiormente produttive del Nord e del Centro, e all’estero, provocando un depauperamento di risorse umane specializzate”.

Tra il 2015 e il 2021 la popolazione si è ridotta passando da 5 milioni 28.266 a 4 milioni 833.329 abitanti.