LA NUOVA FRONTIERA DEL SINDACO: “CONFRONTIAMOCI, MA NON LITIGHIAMO”
EDITORIALE
FILIPPO CARDINALE
Rimarcare le doti dell’eloquio di Fabrizio Di Paola è pleonastico. Sia nelle aule giudiziarie, nel ruolo di avvocato penalista, sia in quello politico, gli è riconosciuta l’eleganza del suo esporre, i contenuti della sua esposizione. Dunque, nulla di nuovo, ieri sera in aula consiliare, quando Fabrizio Di Paola ha preso la parola da sindaco. Fermarsi qui è riduttivo, però.
La sostanza del discorso pronunciato dal sindaco inaugura – almeno nel suo esordio – un percorso che può sancire la fine di una politica conflittuale e deleteria per inaugurare l’inizio di una stagione politica diversa, in cui le parti politiche in Consiglio comunale possono confrontarsi attraverso un dibattito costruttivo nell’interesse della Città, ma soprattutto, nell’interesse del rispetto del valore irrinunciabile dell’uomo: la dignità.
Forse è qui il nocciolo della questione. Siamo abituati, in modo particolare nel campo della politica, a sentire urla, scambi di improperi. Ci hanno abituati a toni rumorosi, spesso offensivi, che rappresentano il degrado di quella sintesi democratica rappresentata dai greci nell’Agorà. Sbagliando, si è diffusa l’idea che la politica sia un ring sul quale darsele di santa ragione. Tale metodo ha supplito l’incapacità del dialogo, del confronto, delle rispetto reciproco delle idee. Dal palco della politica è promanato un perenne clima di tensione e di conflitto. Un clima che spinge violentemente a far credere che nella piazza politica si è ascoltati se si urla di più. Le difficoltà che dominano la nostra quotidianità ci fanno assumere una sorta di tensione che si riverbera nei nostri rapporti giornalieri con il nostro prossimo. “ La città ci guarda ”, ha rimarcato Fabrizio Di Paola, “ e ripone in tutti noi un’aspettativa diversa. Noi siamo artefici del nostro destino e dobbiamo vincere la nostra battaglia tutti insieme. La città è pronta a rimboccarsi le maniche e uniti possiamo guardare il futuro con ottimismo. Abbiamo una frontiera davanti noi: lo sviluppo economico e i giovani. In nome loro dobbiamo confrontarci, ma mai litigare ”.
E’ qui la direzione di un percorso nuovo che classe politica e cittadini devono saper cogliere. Ed è in questa direzione che Di Paola segna, giusto nella serata delle solennità, la nuova frontiera, quella del riscatto dell’identità della città. “ C’è un valore che ci unisce, quello della municipalità, della nostra identità, dell’identità dei saccensi. Valore che dobbiamo difendere a qualsiasi costo” .
Il Consiglio comunale è il luogo istituzionale massimo dove concretizzare la sostanza di un nuovo percorso. Un percorso in cui maggioranza e opposizione, nel rispetto dei ruoli, abbiano un unico valore: l’interesse della collettività. Valore che deve necessariamente camminare in parallelo con quello del rispetto reciproco, del rispetto delle idee, del confronto attraverso un dibattito che tenga alto un altro valore: la dignità della nostra città, del nostro essere, del nostro fare.
I 30 consiglieri comunali hanno un compito particolarmente gravoso, ma sfidante e gratificante nello stesso tempo: diffondere alla comunità il valore del dialogo sereno e costruttivo. Diversamente, il divario tra la politica e la collettività si fa sempre più significativo.