La maggioranza verso la verifica. Pochi numeri e tanta fibrillazione, ma Termine è ad una svolta

SCIACCA- La maggioranza (che poi in Consiglio comunale è minoranza) che sostiene il sindaco Fabio Termine, si avvia verso la “verifica” già anticipata dallo stesso sindaco. Ad un anno e mezzo dall’insediamento a Palazzo di Città c’è il primo pit stop.

Una verifica che serve a tracciare la programmazione e azione amministrativa? Difficile da crederlo. Immaginiamo che vi siano altri elementi che spingono il sindaco al rientro nei box. Questi elementi sono tra i banchi dell’aula consiliare, quelli che appartengono al Pd, Mizzica, Ferdinandea e M5S. Insomma, il sindaco deve pararsi dal fuoco amico. Fuoco che è rappresentato da fibrillazioni di taluni.

I numeri dei consiglieri che sostengono la Giunta Termine sono davvero esigui: sette. A fronte dei 17 dell’opposizione. la verifica non riguarderà l’elemento numerico, dunque. Con quella coperta striminzita, Fabio Termine non può compiere miracoli. Avrà, invece, la necessità di misurare bene la temperatura dei suoi, specie di taluni.

C’è l’umore di Giuseppe Ambrogio, il quale indossò l’abito di assessore rilasciando interviste da “già nominato”. Ma il vestito rimase nell’armadio. Tutti conosciamo le fibrillazioni di Ambrogio che, senza dubbio, non tarderanno a manifestarsi. Magari con ripetute assenze in aula consiliare. Altro elemento di riflessione per Fabio Termine riguarda il consigliere Alessandro Curreri. Anche egli nutriva aspirazioni in una ipotesi di rimodulazione della giunta.

Ma la vera questione di Fabio Termine è di tentare un approccio diverso con l’opposizione, senza la quale sarà impossibile dare seguito alla realizzazione di traguardi amministrativi. Insomma, sarà difficile, dopo la sentenza del Cga, che il clima sia ancora da libro Cuore. Adesso inizia la lotta politica e delle parti.

Dunque, Fabio Termine ha la necessità di costruire un ponte verso l’opposizione. Ma l’edificazione di tale ponte passa necessariamente attraverso due fasi contemporanee. La prima interessa lo stesso sindaco il quale deve assumere un atteggiamento, nei confronti dell’opposizione, assai diverso, mettendo da parte elementi caratteriali urticanti. La seconda è quella di modellare toni irruenti da parte di due-tre consiglieri comunali che lo sostengono e che puntualmente gettano benzina sul fuoco.

Termine ha anche il compito di chiarire il rapporto col Pd. Pd che cerca di tirargli la giacca, pericolosamente.

Insomma, una inversione di tendenza mirata ad una apertura all’opposizione su temi che riguardano la città. Il compito è arduo, non impossibile. Ma siamo a Sciacca dove la fibrillazione è pane quotidiano. Insomma, politicamente, un litigio al giorno toglie il medico di torno.

Filippo Cardinale