LA MAGGIORANZA E IL GIOCO A NASCONDINO
La seduta consiliare di ieri sera è lo specchio dello stato in cui naviga la maggioranza: nave senza nocchiero in gran tempesta. E’ giusto, però, usare il plurale poiché sulla nave in tempesta poggiano sul timone anche le mani di nocchieri della politica quali Nuccio Cusumano e Michele Catanzaro, gli autori del varo di una coalizione che anziché manifestare segnali di cambiamento seguono la rotta del già visto. Una rotta tracciata anni fa e poi interrotta a metà navigazione con le dimissioni del comandante e la consequenziale scesa a terra dell’equipaggio.
Ieri sera, anche in seconda convocazione, la maggioranza ha dimostrato di non essere tale, cioè di non avere i numeri per portare avanti l’azione amministrativa, gli obiettivi. Il non riconoscere un dato oggettivo e il perseverare sulla filosofia minimalista (scambiare la trave per una semplice pagliuzza), stanno danneggiando la coalizione vincente in modo incontrovertibile. Si ha la sensazione che prevalga la cultura masochista rispetto a quella realista.
Ieri sera, a Palazzo di Città, c’erano 21 consiglieri comunali su 24. La seduta, in seconda convocazione (quindi si sono sprecati due sere e speso del denaro pubblico inutilmente) non si è celebrata perché in aula a rappresentare la maggioranza c’era soltanto il Presidente del Consiglio comunale. In aula erano seduti i consiglieri comunali di opposizione Carmela Santangelo, Silvio Caracappa e Gaetano Cognata. Monte, Bono, Bentivegna, Maglienti, Milioti, Curreri, Bilello e Termine erano in prossimità dell’aula.
Ma dove si trovava la maggioranza? Al piano superiore. Erano solo in 10, contro gli 11 delle opposizioni. Era come scendere nell’arena piena di leoni. Ma chi governa, chi dice di ripetere senza soluzione di continuità che ha vinto, ha il dovere di amministrare, di assumersi le responsabilità, di indossare le vesti del gladiatore e affrontare le difficoltà, i rischi.
La maggioranza, riunita ai piani alti, era alle prese col pallottoliere. Era alla ricerca di un consigliere da ricercare nelle opposizioni. Un conto fatto senza l’oste. I grandi strateghi della maggioranza puntavano i loro canti affascinanti, come quelle delle sirene, verso Alessandro Curreri del M5S (ma lo è ancora?). Tentativi di attirarlo con l’immancabile “senso di responsabilità”. La strategia prevedeva che Alessandro Curreri votasse la delibera. La maggioranza avrebbe ottenuto così 11 voti, mentre le opposizioni sarebbero scese a 10.
Chi era presente narra di un nervosismo eccessivo di Alessandro Curreri che, molto probabilmente, come è successo sulla via di Damasco, ha avuto un lume di conversione e percependo che dietro la strategia della maggioranza c’era il profumo della strumentalizzazione, è rimasto ben legato all’albero e non ha ceduto ai richiami delle sirene.
La maggioranza ha percepito che la strategia pensata aveva falle e imbarcava acqua in grado di far affondare la nave, conciata piuttosto male. La delibera di ripiano del disavanzo, ritenuta urgente, vitale, non è stata in grado di compiere un passo avanti a causa di una maggioranza che non c’è più, tranne che non si vuole usare un pallottoliere truccato.
E’ tempo che il simbolo del “cambiamento” faccia chiarezza e dica ciò che tutta la città ormai sa. Ma è altrettanto necessario che Alessandro Curreri faccia uguale chiarezza, ma soprattutto comprenda il ruolo politico dell’opposizione. Un fritto misto non è utile. Di certo c’è che proseguire in tal mare tempestoso equivale ad una navigazione che non approda a nessun porto.
Filippo Cardinale