LA MAFIA RIMANE LA PIU’ GRANDE IMPRESA DEL PAESE
Mafia Spa si conferma come il più grande agente economico del Paese. A denunciarlo è il 13° rapporto sulla criminalità di Sos Impresa-Confesercenti, presentato a Roma, che descrive “una grande holding company articolata su un network criminale, fortemente intrecciato con la società, l’economia, la politica, in grado di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile che supera i 100 miliardi di euro al netto degli investimenti e degli accantonamenti, e 65 miliardi di euro di liquidità”.
Secondo quanto rivela il rapporto, il solo ramo commerciale della criminalità mafiosa e non, che incide direttamente sul mondo dell’impresa, sfiora i cento miliardi di euro, pari a circa il 7% del Pil nazionale. Una massa enorme di denaro, quindi, che passa quotidianamente dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi. Di fatto, le imprese subiscono 1.300 reati al giorno, praticamente 50 all’ora, quasi un reato ogni minuto. “La crisi è funzionale alla criminalità organizzata, che condiziona l’economia legale e fomenta quella illegale del sommerso.
Il rapporto di Sos Impresa-Confesercenti denuncia come “violenza di strada e ricatto mafioso si abbattano sulla piccola impresa, costringendola a una vita affannosa per sopravvivere ed a non divenire facile preda degli appetiti di criminali in doppio petto. Sono oltre un milione gli imprenditori vittime di un qualche reato, ovvero un quinto degli attivi”. Mafia Spa è dunque “la prima impresa italiana, riconosciuta e riconoscibile, con cui trattano altre imprese, politici, amministratori pubblici.
Sos Impresa inoltre denuncia che “l’usura continua a crescere in silenzio e nel silenzio. Alimentata dalla crisi economica, sta conoscendo un vero e proprio boom con un’impronta precisa: quella delle mafie.
Anche i fallimenti, negli ultimi due anni, sono cresciuti vorticosamente: più 16,6% nel 2008 e più 26,6% nel 2009”. I dati del 2010 si riferiscono al primo trimestre, ma segnano un incremento del 46%. Significa 3.226 aziende che hanno fatto ricorso alle procedure fallimentari, con un trend che farà superare abbondantemente le 12.000 chiusure.