La furibonda reazione dell’Ordine degli Ingegneri agrigentini: “Niente per noi nel Pnrr, è ora di dire basta”

AGRIGENTO. Lapidario il commento degli ingegneri della provincia di Agrigento in relazione alla mancata attenzione del territorio agrigentino nel Piano Nazionale Resistenza e Resilienza (PNRR)

“La gente del nostro territorio è stanca ed indignata. Non vuole più assistere né a passerelle politiche né a “scaricabarile” tra i nostri rappresentanti politici che da decenni hanno lasciato relegare la nostra Isola e la nostra provincia all’ultimo posto di ogni classifica virtuosa, “in primis” per le infrastrutture. Perduta anche la storica ed irripetibile opportunità dei fondi stanziati con il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR), tanto vale chiedere l’annessione alla più ricca e intraprendente isola di Malta”.

Dalle 9:30 di oggi è in corso la prima riunione interna all’Ordine degli Ingegneri di Agrigento del C.O.C. (Comitato Organizzativo Convegno). Nel PNRR non c’è traccia di programmazione di un collegamento fisso tra la Sicilia e l’Europa, né di alta velocità per le nostre ferrovie, niente per lo sviluppo e l’adeguamento, anche energetico, dei porti della provincia di Agrigento, per il traffico crocieristico e mercantile; nessuna traccia di connessione intermodale tra le reti di trasporto ferroviario, stradale, portuale ed aeroportuale. Niente di nuovo neanche nel sistema idrico, depurativo e dei rifiuti dove si scontano decenni di ritardi ed inefficienze.

“Ci potevano trattare peggio i redattori del PNRR?” Al punto di domanda dell’Ordine degli Ingegneri la risposta è “si” perché “non c’è nulla neanche per la diagnostica e la verifica delle strutture in cemento armato precompresso di centinaia di chilometri di strade comunali, provinciali e statali, abbandonate da lustri; non stupiamoci se la prossima “Cassandra” di turno, magari senza alcuna competenza in materia di impalcati, ponti, viadotti e piloni, ci azzeccherà se griderà alla città: ”il ponte Morandi (viadotto Akragas) sta crollando!”

Gli ingegneri, presieduti dall’ingegnere Achielle Furioso, lanciano un appello accorato rivolto a chi può decidere di stanziare i fondi per realizzare le grandi infrastrutture e chiedono di dare subito un segnale ad Agrigento, per esempio finanziando senza ulteriori indugi la viabilità stradale a Nord della città che collegherebbe la SS 640 con la SS 115 che permetterebbe il by-pass dei centri abitati di Agrigento, Porto Empedocle e Realmonte.

Sul tema delle infrastrutture, la Rete delle Professioni Tecniche, a cui aderiscono gli Ordini Professionali dell’area tecnica, sta organizzando, per il prossimo autunno, un evento finalizzato a lanciare un appello alle istituzioni competenti affinché vengano investite nuove risorse per la realizzazione di una serie di interventi infrastrutturali organici per potenziare il sistema portuale, aeroportuale, ferroviario e stradale a servizio della Sicilia centro-meridionale e soprattutto del  territorio della Provincia di Agrigento.  Tutto ciò, nella consapevolezza che la nostra terra, se riuscisse a superare il grave gap infrastrutturale che l’ha progressivamente isolata dal resto del Paese, rilancerebbe autorevolmente il suo ruolo naturale di Porta d’Europa sul Mediterraneo, sia dal punto di vista socio-culturale che da quello economico e commerciale.