La dimissionaria Anna Alba si toglie i sassi dalle scarpe, attacca la politica ma anche i netturbini

FAVARA. “Da alcuni giorni al Comune l’aria è irrespirabile. Mi trovavo l’ufficio personale quando mi raggiunge telefonicamente il capo di gabinetto avvisandomi che i precari avevano occupato la stanza del sindaco. In quel momento ho sentito un fardello troppo pesante da portare. Allora lì ho deciso di dimettermi. Non cambierò idea alla fine dei 20 giorni dalle dimissioni”. Stamattina, il sindaco dimissionario Anna Alba ha parlato in conferenza stampa, togliendosi i tanti sassolini dalle scarpe. Più che sassolini sono pietre consistenti.

Anna Alba tornerà “alla mia vita normale, mi godrò un periodo di ferie. Certo mai dire mai, ma io conosco me stessa e non credo di poter tornare indietro”.  “In questi anni  si è cercato di screditare continuamente la mia persona e l’amministrazione solo perché ho scelto di non essere una ‘bambolina'”, ha detto, aggiungendo di essere stata indicata come “una persona da annientare, perché non sono mai stata gestibile. Ho sbagliato, ma mai sotto l’influenza di altri. Ho amministrato con onestà – ha continuato – e le hanno provate tutte per abbattermi. Le mie dimissioni non sono collegate all’adesione ad alcun partito, e non è in visione alcuna candidatura”.

La prima fase della conferenza stampa è stata dedicata a rivendicare i suoi risultati, la dichiarazione di dissesto finanziario e l’approvazione dei successivi bilanci e la metanizzazione della città.

Poi, l’attenzione è rivolta all’ambito politico. E qui attacchi duri al Movimento 5 Stelle e al deputato Giovanni Di Caro (mai citato).

“Credevo di appartenere ad un gruppo politico in cui l’uno vale uno rappresentasse una occasione di democrazia. Invece avere venti deputati regionali del Movimento, di cui uno favarese, è stata la condanna della nostra comunità, forse”. “Un onorevole latitante – aggiunge Alba – che ha avvelenato i pozzi sul territorio e reso arida la terra circostante. Un onorevole che in piena emergenza pandemica  ha organizzato incontri con netturbini e altri soggetti promettendo loro fondi che non sono arrivati. Ha illuso i lavoratori con false promesse e poi ha lasciato solo un sindaco che è in trincea ed è costretto a spiegare le menzogne degli altri”. Secondo Alba queste “presenze al fianco lavoratori hanno esasperato i toni” nonostante lo stesso deputato sia stato “risparmiato dalle critiche nel dibattito pubblico e politico”.

Alba ha rimarcato “l’assenza dello Stato a Favara” e ha rivolto un attacco duro ai netturbini “che arbitrariamente hanno lasciato un’intera comunità a sprofondare giorno dopo giorno nei rifiuti” e con le aziende, che “nonostante l’ordinanza firmata nei giorni scorsi stanno procedendo a rilento alla bonifica della città, ma anche con i precari per i quali ha auspicato “provvedimenti disciplinari per i sit in non autorizzati”.

“Qualcuno ha convinto i precari che l’indomani delle mie dimissioni avrebbero firmato un contratto, e lo stesso i netturbini – ha ricostruito Alba. Se sono un demone da abbattere faccio un passo indietro. Vedremo se domani i problemi saranno superati. Il mio non è un atto di codardia: è stato un finale inaspettato anche per me stessa. Ringrazio chi mi è stato vicino finora. Io e la mia famiglia abbiamo dovuto sopportare tanto e forse troppo”.

E sempre sui precari: “Ognuno si faccia un’analisi di coscienza. Tutti quei precari che si considerano così indispensabili  perché non hanno aderito al bando di selezione alla Polizia Municipale? Forse perché andando al comando dei vigili urbani sono costretti a lavorare? Forse perché oggi sono seduti comodamente con le gambe in aria al Comune?”.