La Dia sequestra complesso imprenditoriale “di origine mafiosa”

La Direzione Investigativa Antimafia, in seguito a mirate indagini personali e patrimoniali, ha posto i sigilli ad un complesso imprenditoriale e patrimoniale di origine mafiosa

CATANIA- Il Centro Operativo etneo ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni nei confronti di Giuseppe Vizzini, e di altri tre soggetti a questi vicini, colpendo nuovamente, e a distanza di poco, l’organizzazione criminale di stampo mafioso denominata “Clan Giuliano”, operante principalmente nel comprensorio territoriale di Pachino e Portopalo di Capo Passero, consorteria criminale storicamente legata al clan “Cappello” di Catania. L’attività di sequestro segue l’accoglimento da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania della proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Direttore della D.I.A. Per gli investigatori, “la manifesta pericolosità di Giuseppe Vizzini 61 anni, sarebbe cristallizzata negli atti processuali di numerose inchieste giudiziarie, i cui frutti, in termini di proventi illecitamente accumulati, si trovano a tutt’oggi nel libero godimento da parte dello stesso Vizzini che ne ha direttamente o indirettamente la disponibilità. Vizzini annovera pregiudizi penali in ordine a delitti di grave allarme sociale, quali l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti, traffico di sostanze stupefacenti, minaccia a pubblico ufficiale, violazione di sigilli, furto, truffa ed altro ancora. Per la magistratura inquirente e come sarebbe emerso nel corso dell’operazione di polizia denominata “Araba Fenice”, Vizzini risulterebbe essere il braccio destro del boss Salvatore Giuliano, nonché il suo socio in affari, con riferimento alle vicende che hanno interessato la società Agricola La Fenice Srl. Eventi, che sono costati al Vizzini la condanna, in primo grado, con sentenza del 117 gennaio 2022 emessa dal Tribunale di Siracusa, alla pena di anni 18 e mesi 6 di reclusione. Il Decreto di Sequestro eseguito dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia, ha permesso di porre i sigilli ai beni a vario titolo riconducibili al proposto ed in particolare di una impresa individuale e l’insieme dei beni aziendali e strumentali, do di 3 autovetture, di 1 fabbricato, nonché rapporti bancari e postali di valore non inferiore ad euro 1.000,00, per un valore complessivo presunto di circa 1.000.000