La battaglia “Ospedale di zona disagiata”: legge e organizzazione

SCIACCA/RIBERA. Le grandi pressioni con cui il comprensorio di Ribera sta puntando ad ottenere per il presidio ospedaliero di Ribera “Fratelli Parlapiano” il riconoscimento di ospedale di zona disagiata allo scopo di potenziare alcuni servizi, in particolare il Prono Soccorso, grazie all’intervento dei deputati regionali del territorio, porteranno mercoledi prossimo il tema all’attenzione della commissione sanità dell’Ars. A Ribera vogliono un pronto soccorso efficiente, ma anche Medicina, chirurgia e cardiologia.
Ma cosa significa per legge “Ospedale di area disagiata” ?
Il decreto ministeriale del 2 aprile 2015 , al punto 9.2.2, definisce gli standard che devono essere adottati dai presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate.

Secondo questo decreto, tali strutture devono essere dotati indicativamente di reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; – chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day Surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina per i casi che non possono essere dimessi in giornata (obiettivo massimo di 70 per cento di occupazione dei posti letto per avere disponibilità per il verificarsi di casi imprevisti); – la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, è garantita da parte dell’equipe chirurgica che assicura un supporto specifico in casi risolvibili in loco; – pronto soccorso deve essere dotato di un organico medico dedicato alla emergenza-urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale del 30 gennaio 1998 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo; – è organizzata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, indagini laboratoristiche in pronto soccorso. È predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro spokeo hub. È prevista la presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale hub o spoke più vicino.
Detti presidi proprio per la loro definizione risultano essenziale risposta di salute per zone lontane dai centri hub (in questo caso Sciacca), in territori con rete stradale frequentemente dissestata, non sempre con copertura h24 del servizio di elisoccorso.
Un altro importante e per nulla secondario aspetto, che mette in gioco anche l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, è quello che il personale da utilizzare per queste strutture per legge deve essere assicurato, a rotazione, dall’ospedale Hub o Spoke più vicino, nel caso specifico Sciacca, dove però ci sono già seri problemi di organico.
Si sta dunque tentando di conquistare il riconoscimento di ospedale di area disagiata (è bene dire che sono legittime le istanze dell’area riberese di avere una sanità più funzionale), quando il suo funzionamento, e quello dell’ospedale Hub più vicino, rischiano di avere ulteriori difficoltà se i criteri sono quelli previsti dalla legge.

E se anche il personale si trovasse, cosa abbastanza complessa in una provincia dove ovunque c’è mobilitazione di comitati civici che segnalano criticità, a che serviranno ospedali che non saranno in grado di dimettere perché i servizi territoriali non potranno garantire per carenza di personale la presa in carico domiciliare ?

Giuseppe Recca