INTERCULTURA ONLUS, NON SONO TUTTE ROSE…
Riceviamo la lettera firmata dal nostro lettore Filippo Tumminia, che ha vissuto l’esperienza dell’Intercultura Onlus, evidenziando alcune difficoltà.
Poichè sono stato genitore ospitante deluso, e che pur di far valere le mie ragioni mi sono addentrato in questa galassia. INTERCULTURA nasce negli USA nell’immediato dopoguerra, con l’intento nobile di promuovere la pace tra i popoli attraverso lo scambio culturale tra i giovani, solo che con il tempo si è tramutato in business.
Spiego per le vie brevi come funziona. La maggior parte delle famiglie italiane aderisce al progetto Intercultura perche’ desidera mandare i figli all’estero a sua volta ospitati in famiglia, ma il pedaggio da pagare è caro. Vi sono programmi trimestrali e programmi annuali. Per fare guadagnare punteggio alle famiglie è consigliato ospitare prima di essere ospitato.Quindi vieni inserito nel programma ospitalita e al 100 per cento vieni accolto. Quindi viene effettuato un sopralluogo a casa tua dalla struttura locale, che come tecnici ici attestano la idoneita’ dell’immobile. STOP. Non ti informano di nulla. Puoi mettere dei paletti circa il fumo, la religione o il cibo, ma niente di piu. Nessuno ti informa circa le difficolta’ che ti attendono, e ce ne sono tante.
Quando arriva l’ospite che si presenta giustamente come un figlio, ma solo per te, ti presenta uno stupido questionario con domande del tipo, posso usare il dentifricio? Oppure chi mi lavera la biancheria? Inoltre debbono mangiare tutto quello che trovano nel piatto anche se non piace, poiche’ altrimenti sarebbe scortese, ed altre stupidita’.
Circa l’inserimento in famiglia e in comunita’ nessuna raccomandazione. Inevitabilmente vi sono delle incomprensioni, è normale, lo scontro di culture diverse, abitudini, carattere e la scarsa selezione delle persone per areee di destinazione, rendono spesso difficile il rapporto. Nel nostro caso è stata mandata una tedesca, di carattere taciturno e poco incline al rapporto umano, nonostante gli stimoli della nostra famiglia, una famiglia dinamica e socievole impegnata su diversi fronti e culturalmente adeguata, ma senza rottenere risultato alcuno, era a casa nostra come se fosse ospite in albergo, la sua presenza era solo fisica.
Trovandoci nella posizione di albergatore a costo zero, abbiamo chiesto supporto alla struttuta locale che si è presentata con una tutor che non aveva mai ospitato che minimizzando il tutto ci ha trascinati sino al quarto mese, perche’ giustamente i ragazzi non vanno mandati indietro, quindi dopo quattro mesi, vengono assegnati ad altra famiglia e quindi ricominciare da capo pur di raggiungere l’obiettivo del progetto annuale.
Tutti contenti, tutti felici del progetto fra gli altri adepti, ma trovare una nuova famiglia guarda caso è pressocche’ impossibile. Il meccanismo del progetto è pressocche’ infallibile, poiche’ a parte la responsabilita’ oggettiva, di dare vitto e alloggio, non hai ne altrti costi ne altri oneri, anche per lo studio, se studia va bene, se non studia va bene lo stesso. Visto l’inadeguatezza della struttura locale ho provato a contattare la sede nazionale. Ma i resaponsabili diretti interessati non accettano telefonate, ne tantomeno critiche via mail, non esiste un forum dei genitori ne tantomeno una pagina in social network. Insomma un marchingegno ben oliato e costoso, che salvo qualche caso non fallisce.