INIZIA LA STAGIONE CON ALBERGHI CHIUSI E SPIAGGE SPORCHE
Editoriale di Filippo Cardinale
Il primo vero appuntamento “test” della capacità turistica della città termale è appena passato con le feste pasquali. La crisi morde e il settore turistico anche in Sicilia, e a Sciacca, soffre le conseguenze. Tralasciando le presenze turistiche, ma solo per un momento, un dato emerge ed è riferito alla capacità ricettiva. Un dato che risalta in modo particolare se si considera “l’ossessione” con cui in ogni occasione si promuove Sciacca come terzo polo turistico siciliano.
Se si considerano, inoltre, gli svariati tentativi e proclami che si inanellano nel pubblicizzare la città termale, il risultato non si può definire eclatante. Molto probabilmente, si adopera uno strumento, una strategia, che non dà riscontri attesi e sperati. Questo, invece, il dato che merita riflessione attenta.
La strutture ricettive che offrono un numero superiore a 100 stanze nel primo trimestre dell’anno in corso è sensibilmente limitato. Su 7 grandi strutture, solo 2 sono aperte. Il Resort di sir Rocco Forte e un albergo del gruppo Aeroviaggi. Gli altri 3 alberghi di quest’ultimo gruppo apriranno nel corso del mese. Su Torre Macauda pende ancora la vicenda giudiziaria-fallimentare, mentre il Grand Hotel delle Terme rimane ancora chiuso. La sua riapertura è prevista per fine aprile. Già questi numeri sottolineano il fallimento di una politica di destagionalizzazione del turismo nella città termale, baciata dal Mediterraneo, da un inverno mite, da tanta storia e ricchezza monumentale, oltre che paesaggistica ed enogastronomica.
Destagionalizzare il turismo in Sicilia è un’impresa titanica, e ciò si riverbera, naturalmente, anche su Sciacca. Se elementi straordinariamente peculiari e caratterizzanti, come quelli appena scritti, non riescono a fare da calamita, da attrazione, significa che la nostra Isola, la nostra città, non hanno la fisionomia della destinazione. Le festività appena trascorse hanno svelato una città termale-golfistica-di mare- poco affollata di turisti.
Già la mancata celebrazione della festa carnascialesca ha dato un duro colpo ai B&B, ma anche le festività pasquali non hanno offerto quell’obiettivo sperato e capace di compensare le non prenotazioni per il mancato carnevale. Come al solito, in città sono chiusi rigorosamente i musei, mentre risultano assenti intrattenimenti. E se a rimanere chiuso è anche l’ufficio turistico del Comune, allora il quadro si completa. Insomma, mai chiedere, nella città del terzo polo turistico, informazioni turistiche nelle giornate di festa.
In questo ventaglio non è sfuggito il solito spettacolo che offrono le spiagge. Basta farsi un giro, non in quelle lontane dalla città, ma in quelle immediatamente attaccate al centro, quali Sovareto, Lido, Tonnara, Foggia. Si presentano come un gran supermercato dei rifiuti lasciati dalle mareggiate invernali. Una “tesi” che a Cefalù, ad esempio, è smentita dalla pulizia della lunga spiaggia che costeggia la città. Sempre impeccabilmente pulita. Eppure, quello delle spiagge saccensi, rigorosamente sporche a Pasqua, non è uno spettacolo edificante per i turisti (o per i residenti che desiderano farsi delle passeggiate) che magari, approfittando della presenza pasquale in città prendono spunto per ritornare in estate. Quelle spiagge lasciate al degrado più assoluto non sono un bel biglietto di visita. Ma questa è storia vecchia che, purtroppo, si rinnova ogni anno.
Magari c’è qualche vaso in più in centro storico, ma ancora c’è moltissimo da lavorare per un look davvero consono ad una città a forte “vocazione turistica”.
(Nella foto, di ieri, la spiaggia della località Foggia come si è presentata ai turisti e saccensi)