INDAGATO IL SINDACO DI NARO PER PECULATO D’USO E ABUSO DI UFFICIO
Anche il sindaco del Comune di Naro, Lillo Cremona, è sotto gli occhi della Procura di Agrigento che oggi gli ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Oltre al sindaco, la notifica di chiusura delle indagini è stata consegnata ad un operaio dipendente della ditta privata che aveva vinto l’appalto per la raccolta differenziata. Ambedue sono indagati per concorso in peculato d’uso, e il sindaco anche per abuso d’ufficio.
Dopo l’interrogatorio di garanzia di ieri, in cui l’ex assessore Francesco Lisinicchia si è avvalso della facoltà di non rispondere, dinanzi al GIP, oggi la Procura della Repubblica di Agrigento ha allargato il ventaglio degli indagati.
Dagli atti dell’indagine dei carabinieri di Licata, comandati dal capitano Lucarelli, sarebbe emerso che il sindaco avrebbe ordinato all’operaio di sgombrare il fango che si era accumulato nella sua casa di campagna, in seguito alle ultime giornate di intensa pioggia, utilizzando però illecitamente un mezzo del Comune di Naro.
Secondo gli investigatori, le condotte illecite del sindaco non sarebbero finite qui. Informato dall’operaio che durante i lavori nella campagna di proprietà del primo cittadino era esplosa una ruota del bobcat comunale, ordinava di far sostituire la ruota a spese del Comune di Naro, cosa che effettivamente avveniva con fattura rilasciata dall’ignaro gommista a carico delle casse del Comune.
Qualche giorno fa, i carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno sottoposto agli arresti domiciliari l’ex assessore del Comune di Naro, Francesco Lisinicchia, di 49 anni con l’accusa di tentativo di indebita induzione a dare o promettere somme di denaro. Il provvedimento, emesso a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento, fa riferimento ad una serie di pressioni che sarebbero state esercitate dall’ex amministratore pubblico nei confronti del titolare della ditta concessionaria del servizio di raccolta dei rifiuti, al fine di ottenerne la promessa di stipula di un contratto di guardiania, per oltre 65 mila euro annui, a favore di un compiacente istituto di vigilanza privata del palermitano.