INCREDIBILE, IN SICILIA DIFFICILE ESIGERE LE TASSE DALLE PIATTAFORME PETROLIFERE. LA DENUNCIA DI FIUMEFREDDO ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

In Sicilia, le società titolari delle piattaforme petrolifere  hanno negato l’accesso all’ufficio Riscossione che, fino a qualche tempo fa, non ha mai chiesto loro di pagare il dovuto. È l’incredibile quadro emerso ieri  davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, dove l’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo ha relazionato. Fiumefreddo ha riferito che è stato chiesto ai titolari delle piattaforme di estrazione di mostrare se avessero versato le tasse, “nessuno aveva mai chiesto loro di pagare. Quando abbiamo chiesto l’elenco delle piattaforme ci è stato risposto che non c’è. Dall’indomani non hanno consentito ai nostri ufficiali esattoriali di entrare nelle piattaforme petrolifere”. 

Stoccata anche per le imprese che si aggiudicano gli appalti pubblici. “Abbiamo segnalato alla Regione che in Sicilia gli appalti pubblici, qualunque sia la stazione appaltante, si tengono con autocertificazioni relative alla cosiddetta regolarità fiscale. L’Anac ha precisato che l’aggiudicazione provvisoria va sospesa fintanto che l’aggiudicatario non si mette in regola col fisco. In Sicilia non è mai pervenuta una sola istanza all’esattoria di regolarizzazione fiscale, sono tutte autocertificazioni. Abbiamo preso un campione: sono tutte false”, ha detto Fiumefreddo.

Ma l’Ance replica: “Non è vero: ogni stazione appaltante prima di pagare le fatture emesse dalle imprese, dopo l’esecuzione dei lavori o per stati d’avanzamento, chiede l’attestato di regolarità fiscale a Equitalia, come avviene per legge nelle altre parti d’Italia”.

Fiumefreddo ha poi fornito cifre impressionanti: all’atto del suo insediamento Riscossione Sicilia, che avrebbe dovuto incassare 5,7 miliardi l’anno, riusciva ad incassare solo 480 milioni ovvero l’8% di quanto avrebbe dovuto riscuotere”.

I grandi evasori, secondo quanto illustrato da Fiumefreddo, sarebbero le categorie dell’ortofrutta, onoranze funebri, appalti, carni, “settori infiltrati tradizionalmente da Cosa Nostra”.

Poi il caso di Trapani: Riscossione Sicilia da più di 15 anni non riesce a nominare un responsabile, «all’ultimo hanno puntato la pistola e lasciò l’incarico».

 

 

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