Inchiesta “Waterloo”, il Riesame: “Tutti liberi ma l’associazione a delinquere c’era”
Sono state depositate le motivazioni dei giudici del Riesame alla base dell’annullamento dell’ordinanza a carico dell’imprenditore Marco Campione, ex patron di Girgenti Acque, fermato insieme ad altre sette persone lo scorso luglio nell’ambito della maxi inchiesta “Waterloo” che ipotizza una rete criminale che sarebbe stata messa in piedi dal presidente di Girgenti Acque. Lo scrive oggi Grandangolo Agrigento che pubblica il testo delle motivazioni:
“Risultano determinanti le dichiarazioni di fallimento della Girgenti Acque e della Hidortecne che, comportando un sostanziale ed integrale smantellamento della struttura societaria, stabiliscono una netta e definitiva interruzione della gestione imprenditoriale. Si ritiene, quindi, che non vi sia concretezza e attualità del pericolo di reiterazione dei reati”.
I giudici del Riesame aggiungono: “Si tratta, comunque, solo di alcune delle numerose condotte illecite perpetrate dalle due società e, dunque, secondo la fondata ipotesi del Pm (secondo il livello di gravità indiziaria), dal sodalizio criminale, che sono state riportate solo per evidenziare la piena e consapevole partecipazione all’attività associativa dell’odierno indagato”.