Inchiesta antimafia della Finanza: telefonate e incontri tra il boss e il presidente del consiglio comunale di Ribera
Nelle carte dell’inchiesta emergono telefonate e incontri tra il capomafia Friscia e Vincenzo Costa
Nelle oltre 500 dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Fabio Pilato, che ha portato all’arresto di sette persone facendo luce sugli interessi della famiglia mafiosa di Sciacca, un intero paragrafo è dedicato ai rapporti tra il boss Domenico Friscia, ritenuto l’erede del capomafia Salvatore Di Gangi, e l’attuale presidente del consiglio comunale di Ribera, Vincenzo Costa. Lo scrive Grandangolo Agrigento che ha avuto modo di spulciare l’ordinanza.
Secondo l’attività investigativa della Guardia di Finanza, sarebbe stato proprio Costa l’uomo delle Istituzioni a richiedere l’intervento del capomafia su due dipendenti del Comune di Sciacca addetti al mantenimento e alla custodia dei cani randagi.
Sono diverse le telefonate e gli incontri tra il boss e il politico, medico veterinario che dall’ottobre 2020 siede sullo scranno più alto del consiglio comunale del comune crispino.
Il gip del tribunale di Palermo, nel descrivere la figura del boss, scrive: “Lo spessore mafioso del Friscia e la riconoscibilità esterna del suo ruolo nella realtà saccense trova poi significativa dimostrazione nella vicenda relativa all’intervento su due dipendenti comunali richiestogli dal Presidente del Consiglio comunale di Ribera”.