Incendio allo stoccaggio rifiuti Omnia: altri 6 arresti

Carabinieri in azione tra Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa. Hanno dato esecuzione a quanto disposto dal gip: 4 indagati sono finiti in carcere, 2 ai domiciliari, per 3 è stato disposto l’obbligo di dimora e per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria

Sono indiziati dei reati di disastro ambientale, furto aggravato, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e ricettazione ai danni9 del centro di stoccaggio rifiuti Omnia, dato alle fiamme. Dunque, ci sono ulteriori 10 indagati (dei quali 4 in carcere, 2 ai domiciliari, 3 obblighi di dimora e 1 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), nel medesimo procedimento penale per il quale lo scorso 16 ottobre sono state tratte in arresto tre persone, due delle quali ritenute responsabili in concorso tra loro dell’incendio doloso ai danni della ditta Omnia s.r.l. con sede a Licata. Fatto accaduto lo scorso 20 gennaio. Vasto incendio che ha causato, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche in percentuali di gran lunga superiore a quelle tollerate dalle norme e dalle linee guida internazionali in tema di inquinamento atmosferico. Le indagini avviate dai Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo e disposte dalla Procura della Repubblica di Agrigento, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali- protrattesi per circa 10 mesi, hanno consentito di individuare gli autori dell’incendio della ditta Omnia srl. L’estrema pericolosità manifestata dagli indagati tratti in arresto nelle due operazioni di oggi e dello scorso mese di ottobre, emerge con assoluta evidenza dal possesso di armi da fuoco, dalla violenza e dal clima di intimidazione nei confronti delle persone offese, dalla occasionalità di alcuni episodi di reato contro il patrimonio che denotano una preoccupante facilità nell’aggressione fisica e nella commissione di reati di rapina, e soprattutto nell’episodio di tentato omicidio con una spranga di ferro ai danni di un cittadino extracomunitario ascritto ad uno degli indagati, effettuato senza un reale movente.