IN TRE MESI CONFERIRE L’UMIDO FUORI SCIACCA E’ COSTATO AL SACCENSE 257MILA EURO

I rifiuti non sono scarti da gettare senza che nulla producano. Lo dimostriamo in modo semplice. Produce business per gli impianti di conferimento privati, produce una diminuzione del reddito familiare per i contribuenti saccensi, visto che il continuo aumento dei costi dei rifiuti è caricato al 100% sulla TARI, l’odiata bolletta della monnezza che non solo non accenna a calare, ma aumenta di anno in anno.

Fino allo scorso anno, tutto il 2017, abbiamo conferito l’indifferenziato, quasi il 70%, nella discarica pubblica di Sciacca gestita dalla Sogeir Impianti. Il costo di conferimento è stato di 2.5 milioni in un anno. Cifra spalmata sulla TARI che è aumentato, per il 2018, dell’11%.

Poi, a febbraio, l’impianto di compostaggio della Sogeir in contrada Santa Maria viene chiuso dall’ARPA per gravi irregolarità in materia di normative. Ancora oggi è chiuso. In questo impianto viene (veniva) conferito l’umido al prezzo di 75 euro/tonnellata.

Da febbraio a maggio, l’umido raccolto viene conferito a Marsala, nell’impianto della Sicilfert Srl. Solo per una parte del mese di aprile è stato conferito a Siculiana, alla Catanzaro Costruzioni Spa, poi è ritornato a Marsala. Da ieri, l’umido viene conferito a Catania con costi molto alti.

Abbiamo esaminato le fatture da febbraio fino a tutto maggio. Il loro totale è di € 257.336 euro. Ancora deve essere conteggiato giugno , i primi 15 giorni a Marsala, il resto a Catania fino a quando l’impianto di compostaggio pubblico di contrada Santa Maria non viene riattivato con la messa a norma. A questa somma va aggiunto il costo del trasporto per altre decine e decine di mila euro.

Questa somma, fino a maggio, ovviamente è a totale carico dei contribuenti. Il tutto per colpa di chi gestisce l’impianto pubblico di Santa Maria, ma anche di quei Comuni che compongono la Sogeir e la Srr che non pagano le fatture alla Sogeir, la quale non ha liquidità e non può provvedere alla manutenzione degli impianti, nè a pagare il Tfr del personale, nè i fornitori.

Il tutto si snoda a danno dei contribuenti, e molto probabilmente con riverberi sul danno erariale. Contribuenti che dovranno pagare per negligenza, superficialità, incapacità altrui.

Questi costi aggiuntivi non fanno altro che aumentare la TARI e far perdere quel timido effetto benefico iniziato, in ritardo, con la raccolta differenziata. Sarà difficile, per il contribuente, comprendere come mai è, pur praticando la raccolta differenziata, la sua bolletta non calerà mai, ma sarà sempre più puzzolente, economicamente parlando.

Filippo Cardinale