In libro di Zoppini gli effetti del Covid su credito e aiuti di Stato
ROMA (ITALPRESS) – “La pandemia e i suoi effetti economici non possono essere messi sul piano delle precedenti crisi economiche, essa semmai è come una guerra, come una catastrofe naturale che travolge tutto e tutti e impone di ripensare in radice le regole e ridefinisce il perimetro del terreno di gioco”. A scriverlo, nel suo libro “Il diritto privato e i suoi confini” (Il Mulino) Andrea Zoppini, ordinario di Diritto civile dell’Università degli studi di Roma tre. Per il professore il Covid ha “riafermato la centralità dei confini, che prima sembravano sbiaditi e cancellati dai trattati tra gli Stati aderenti all’Unione Europea e dalla globalizzazione”. “La crisi legata al Covid 19- scrive Zoppini – è un acceleratore di fenomeni già in atto”. Tra gli effetti più visibili l’avere “minimizzato i traffici internazionali”, l’avere “accentuato la deglobalizzazione”, ma anche avere provocato una vera e propria irruzione “dell’informatica nella quotidiana esperienza delle burocrazie pubbliche. La tecnologia ha reso possibile la prosecuzione delle attività lavorative”, ma al contempo per Zoppini “ha accentuato e reso intollerabili divisioni sociali, il tracciamento invasivo dei movimenti delle persone”. “Infine – si legge nel libro – la crisi economica conseguente alla pandemia ha accentuato la dominanza delle multinazionali. Tutto ciò – è la riflessione dello studioso – genera la domanda di regole radicalmente nuove, e di nuove forme di accesso ai capitali di rischio, al credito, agli incentivi per gli investimenti. Un buon esempio è offerto dalle regole del mercato unico europeo. Il divieto degli aiuti di stato costituisce una peculiarità dell’Unione Europea: ebbene oggi tale divieto è in parte mutato”. Zoppini riflette sul fatto che “talune grandi imprese, prime fra tutte i produttori di automobili e le grandi imprese nei servizi di mobilità, sono tra i principali destinatari degli aiuti statali che equivlgono a circa 2 miliardi di euro”. Nel libro il docente osserva il passato, ragionando sul fatto che “la diffusione delle pandemie, se letta in filigrana, costituisce l’occasione per una riflessione introspettiva e genera una forte reazione individualista”. Per il professore Zoppini “l’attuale vicenda favorirà il ripensamento di codici culturali e di regole comportamentali s’inora profondamente condivise”.
(ITALPRESS)