IN ATTESA DELLA RIVOLUZIONE…SI SCHITICCHIA

Editoriale di Filippo Cardinale

La rivoluzione è qualcosa di impegnativo e, soprattutto, costringe alla rinuncia di qualcosa. Gli appassionati di calcio, ad esempio, sarebbero costretti a rinunciare alle partite di Champions League il mercoledì, e a quelle della domenica; e poi c’è l’anticipo di sabato e il posticipo del lunedì.

La rivoluzione preannunciata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha illuso i siciliani che hanno pensato che, finalmente, qualcosa in Sicilia potesse cambiare. Era ora. Ma ben presto, hanno colto la sostanza del romanzo il Gattopardo. Alle fine, si cambia affinché tutto rimanga immutato.

La rivoluzione di Crocetta lasciava immaginare una Sicilia spinta dallo sviluppo economico, sociale, occupazionale. Una Sicilia che potesse contare sull’innovazione delle infrastrutture. Le uniche “infrastrutture” che si intravedono sono quelle delle piattaforme petrolifere in mare, a cui Crocetta pare particolarmente affezionato, considerato anche il protocollo d’intesa stipulato con le Compagnie. Sul comparto del turismo, invece, tutto tace. Anzi, peggiora. Basta guardare il taglio dei voli per raggiungere l’Isola sempre più isolata. Una “grande” rivoluzione, invece, Crocetta l’ha fatta: ha cambiato innumerevoli assessori in poco tempo.

La rivoluzione doveva colpire le province, il sistema dei rifiuti. Nulla. Le province sono state “rimosse”, lasciando il caos. Lo stesso per il sistema dei rifiuti e dell’acqua. La grande rivoluzione di Crocetta portava a mettere ai confini la “vecchia” politica. Oggi, Crocetta guarda alla larga intesa: tutti dentro, giovani e vecchi. Viva la rivoluzione!

Oggi, su Live Sicilia, Accursio Sabella ha firmato un articolo a testimonianza della grande mole di nomine, nei vari campi del potere siciliano. Per quanto riguarda la squadra di Governo, Crocetta non ha rivali. La sua “rivoluzione”, è stata efficace. “Un assessore al mese”, scrive Accursio Sabella, e lo dimostra:

“Il presidente dice di non gradire la “rimpastite”, ma ha cambiato un assessore al mese”. I numeri, danno ragione ad Antonello Cracolici. Si era partiti da una squadra “mista” nomi mediaticamente utili e di cognomi mediaticamente utili lo stesso (al di là dei giudizi personali, ovviamente). Nella sua prima squadra Crocetta schierava Franco Battiato, Antonio Zichichi, Nelli Scilabra, Patrizia Valenti, Ester Bonafede, Dario Cartabellotta, Linda Vancheri, Luca Bianchi, Nino Bartolotta, Mariella Lo Bello, Nicolò Marino e Lucia Borsellino. Di questi, ne sono rimasti solo quattro. Nel frattempo, sono subentrati la segretaria particolare di Crocetta, Michela Stancheris, l’ex candidata del Megafono Mariarita Sgarlata poi sostituita (e siamo davvero ai giorni nostri) da Piergiorgio Gerratana, poi ecco Giusi Furnari Luvarà, Ezechia Paolo Reale, Roberto Agnello, Nico Torrisi, Salvatore Callari, Giuseppe Bruno. Per qualche ora, aleggia anche la figura di Antonio Fiumefreddo. Ma mezza coalizione (Pd in testa) insorge. La nomina sfuma. Ma l’ex soprintendente con la passione per i giornali uscirà dalla porta per entrare dalla finestra, come vedremo. E siamo anche in questo caso davvero ai giorni nostri”.

Insomma, più che rivoluzione, si tratta di “uno schiticchio”, quel modo goliardico in uso a Sciacca che trasforma le cose sempre in un divertimento, un ballo. In questo caso, il ballo delle poltrone.

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