IMPOSTA DI SOGGIORNO, MINISTRO CENTINAIO A PIEDI UNITI: “USATA DAI COMUNI PER COPRIRE I BILANCI”
Forte dichiarazioni del Ministro delle Politiche agricole e del turismo durante l’assemblea nazionale di Federalberghi. Gian Marco Centinaio ha definito l’imposta di soggiorno che molti Comuni turistici da anni utilizzano usufruendo di una specifica legge, “Un furto nei confronti dei turisti, una tassa che serve a tappare i buchi dei bilanci degli enti locali”.
Molti lo hanno definitivo un “intervento a gamba tesa” nei confronti degli anti locali, per altri è la coraggiosa scelta di un rappresentante del governo che intende fare chiarezza su una cosa che non funziona come dovrebbe e che non rispetta il principio del provvedimento legislativo. Una vicenda che ci interessa da vicino viste le polemiche da sempre, dall’istituzione avvenuta nel 2012, accompagna anche a Sciacca l’imposta di soggiorno.
Da noi il problema non è solo l’utilizzo dei proventi per coprire i buchi del bilancio, che in parte esiste ma che nessuno ha mai voluto evidenziare. Qui si discute del corretto utilizzo di questi fondi, utilizzati forse non al meglio e con finalità che solo di striscio rispettano il principio del legislatore.
Secondo Centinaio, l’imposta di soggiorno non permette di migliorare e valorizzare i servizi del turismo. Ed è “un’accusa chiara, specifica e circostanziata – come si legge oggi su La Sicilia in una interessante inchiesta regionale – che chiarisce come molto rimanga ancora da fare in materia”.
In Sicilia molti Comuni utilizzato l’imposta di soggiorno. Palermo nel 2017 ha incassato 3 milioni di euro; Taormina 1 milione e 800 mila euro; Giardini Naxos 1 milione; Ragusa e Siracusa intorno agli 860 mila euro; San Vito Lo Capo 730 mila; Lipari 720 mila; Sciacca 640 mila euro. Ricordiamo che si tratta di dati riferiti agli incassi del 2017.
Oggi il Ministro leghista sembra intenzionato a rivedere la legge e vestirla di regole più rigide. Il riferimento di legge, risalente al 2011, chiarisce che le somme possono finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. Ma fino ad oggi la destinazione finale è rimasta generica e aperta a interpretazioni a cui i Comuni non si sono sottratti, vedi le elevate percentuali dedicate alla feste.
Giuseppe Recca