Illegittima la nomina di Michele Prestipino Giarritta a procuratore della Repubblica di Roma
Il Consiglio di Stato sez. V, Presidente Giuseppe Severini, Relatore Valerio Perotti, condividendo le tesi degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha rigettato gli appelli proposti dal Consiglio Superiore della Magistratura e dal magistrato Prestipino Giarritta, confermando la sentenza del TAR Lazio.
Il dottor Marcello Viola, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impdiduglia, aveva impugnato innanzi al TAR Lazio i provvedimenti con i quali il dottor Prestipino Giarritta è stato nominato Procuratore della Repubblica di Roma.
Il TAR Lazio Roma – Presidente Amodio Antonino, Relatore Ivo Correale, aveva accolto il ricorso del magistrato Viola.
Il TAR Lazio aveva rilevato come dalla documentazione relativa all’indagine di Perugia fosse emersa la qualità di parte offesa del magistrato Viola rispetto alle “macchinazioni o aspirazioni di altri” e connesse al cosiddetto “Palamara-Gate”.
Il TAR aveva, altresì, rilevato come la decisione del Consiglio Superiore della Magistratura- di non formulare alcuna proposta volta al conferimento al dottor Viola dell’incarico di Procuratore di Roma, – fosse immotivata “in assenza di elementi oggettivamente riscontrabili a suo carico” e si ponesse in contrasto con la precedente proposta formulata prima dell’avvio dell’indagine di Perugia.
Sia il Consiglio Superiore della Magistratura che il dottor Prestipino Giarritta hanno proposto appello avverso la suddetta sentenza, chiedendone la sospensione ed evidenziando come la stessa avrebbe cagionato un grave danno all’Amministrazione della giustizia e avrebbe inciso sulla continuità nell’espletamento delle funzioni di Procuratore della Repubblica di Roma.
Il magistrato Viola, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, si è costituito innanzi al Consiglio di Stato chiedendo il rigetto dell’appello e reiterando taluni motivi di ricorso non esaminati dalla sentenza del TAR Lazio.
Il Consiglio di Stato, condividendo le tesi degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha rigettato gli appelli proposti dal Consiglio Superiore della Magistratura e dal magistrato Prestipino Giarritta, confermando la sentenza del TAR Lazio.
Il Giudice Amministrativo, in particolare, ha ribadito che la scelta del Consiglio Superiore della Magistratura di non formulare alcuna proposta volta al conferimento al dottor Viola dell’incarico di Procuratore di Roma fosse immotivata e che nessun rilievo potesse riconoscersi al fatto che la composizione dell’organo fosse nelle more parzialmente mutato.
Al riguardo, è stato rilevato nella sentenza che “il Consiglio Superiore della Magistratura non è organo politico ma di alta amministrazione di rilievo costituzionale… Le ragioni della revoca non potevano dunque ravvisarsi implicite ed esaustive né nel fatto della intervenuta sostituzione delle persone di alcuni commissari, né nel mero mutamento di preferenza al riguardo da parte di un altro rimasto”.
Inoltre, il Consiglio di Stato, condividendo i motivi di ricorso non esaminati in primo grado e reiterati in appello, ha rilevato come il Consiglio Superiore della Magistratura abbia errato nel ritenere prevalente il profilo del dottor Prestipino Giarritta nonostante lo stesso avesse svolto solo funzioni semidirettive (quale Procuratore Aggiunto presso le Procure di Reggio Calabria e di Roma) a fronte delle più rilevanti funzioni direttive svolte dal dottor Viola (che è stato Procuratore della Repubblica a Trapani ed è attualmente Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze).
Il Consiglio di Stato ha, anche, rilevato che il Consiglio Superiore della Magistratura ha errato nel ritenere prevalente l’esperienza del dottor Prestipino Giarrita in materia di criminalità organizzata, senza tenere adeguatamente conto delle esperienze del dottor Viola quale Procuratore della Repubblica di Trapani (ossia un territorio con una radicata presenza di complesse strutture criminali di tipo mafioso).
La sentenza ha, altresì, evidenziato che il Consiglio Superiore della Magistratura ha errato nel valorizzare la conoscenza da parte del dottor Prestipino Giarritta della Procura di Roma (ove lo stesso già svolgeva servizio) giacchè la valutazione del Consiglio Superiore della Magistraturadeve “prescindere dal radicamento personale sul singolo territorio”.
Inoltre, la sentenza del Consiglio di Stato sostiene che la delibera del Consiglio Superiore della Magistratura è caratterizzata da “manifesta irragionevolezza, laddove da un lato valorizzano le funzioni di aggiunto svolte per appena poco più di tre mesi dal dottor Prestipino Giarritta”, ma non prende in adeguata considerazione lo svolgimento, da parte del dottor Viola “per ben tre anni, della funzione direttiva di secondo grado di Procuratore Generale presso una delle principali Corti d’Appello italiane (Corte d’appello di Firenze)”
Per effetto della sentenza del Consiglio di Stato, dunque, il Consiglio Superiore della Magistratura dovrà nuovamente procedere alla nomina del Procuratore della Repubblica di Roma, conformandosi ai numerosi e stringenti principi di diritto affermati dal Giudice Amministrativo.