Il verde “protetto” e l’irrazionalità dominante. Il caso dell’incrocio di corso Miraglia (fotogallery)

SCIACCA.  Sulle transenne collocate a centinaia sulle arterie cittadine è ormai opportuno che vengano studiate al fine di elaborare una tesi universitaria. Tesi nella quale si inserisce l’aspetto psicologico, ingegneristico, urbanistico, d’arredo, del multiuso, dell’irrazionalità, dell’immobilismo. Insomma, da una transenna si sviluppa una tesi universitaria capace di spiegare il mondo vasto della fantasia che risiede all’interno del nostro Comune. Più che una tesi, in verità, verrebbe fuori un trattato.

Prendiamo ad esempio l’incrocio di corso Miraglia con via delle Azalee e via Papa Giovanni XXIII. Un esempio multidisciplinare che è la rappresentazione plastica che attorno alla transenna non vi è solo rigida plastica, ma un mondo da scoprire. Il mondo dell’irrazionalità dell’essere umano proiettata nella pubblica amministrazione.

Le sei transenne poste all’incrocio sopra citato hanno, innanzitutto, il dono della trasformazione geometrica. Da perfetto esagono si è trasformato in uno sformato mal riuscito da aspirante cuoco con poche possibilità di diventarlo. Geometricamente è da studiare per coniare la denominazione di una nuova forma. E’ il caso anche di consultare virologi e infettivologi per capire se tale evoluzione dell’uso delle sei transenne poste all’incrocio sia frutto del virus, o è proprio della mens humana uscita dalla ratio. 

Come si nota nella foto, le sei transenne si sono trasformate in un vivaio. Esse, infatti, non delimitano più le vistose e pericolose buche, ma si sono adattate a fioriere dentro le quali cresce l’erba e il cavallo campa. Al nostro lettore non sfuggirà, infatti, che l’esagono ha subito una evoluzione geometrica restringendosi e adattandosi per proteggere e delimitare le erbacce che crescono beatamente indisturbate. In questa trasformazione si nota come la funzione originaria delle sei transenne è l’applicazione della tesi dell”evoluzione di Darwin.

Il nostro lettore noterà altro significativo aspetto. Le sei transenne, nel loro percorso evolutivo, hanno di fatto escluso dalla loro protezione le grosse buche ben evidenti  alla loro destra e sinistra. Ciò comporta un grosso pericolo per gli automobilisti e centauri. Dunque, in quel famoso trattato che può servire da tesi di laurea, appare un altro elemento da studiare, stavolta psicologico.  Sigismund Freud, a questo punto, si arrenderebbe. Infatti, gli sarebbe difficile penetrare nel sub conscio e anche nell’io. Una siffatta realtà umana è ancora da studiare, da penetrare. Se le transenne servono a delimitare un pericolo, perché il pericolo viene lasciato fuori dalla transenne? Attendiamo risposte anche a beneficio dei seguaci di Freud.

Altro aspetto che al lettore ritorna in mente, il richiamo alla scienza. E qui entra in ballo Albert Einstein e il rapporto spazio/tempo. Lo spazio è ben noto ai saccensi poiché le sei transenne occupano gran parte dell’incrocio. Il tempo è relativo. Infatti, se si misura con l’eternità, i parecchi anni di esistenza delle sei transenne in quel luogo rappresentano un tempo relativo. Se lo stesso tempo, però, si misura con le coordinate dell’operosità nordica-europea, esso è la rappresentazione di una inerzia della pubblica amministrazione degna di altri paesi del globo, paesi che, certamente, non rappresentano l’efficienza, né la modernità.

Filippo Cardinale