IL VENERDI’ DI VITO BONO: SI E’ DIMESSO. IL SUO INTERVENTO INTEGRALE IN VIDEO

Dichiara la sua incompatibilità, ma attacca duramente la maggioranza con rivelazioni clamorose. E poi: “la maggioranza mi ha sempre criticato”

EDITORIALE

di Filippo Cardinale

E’ salito al terzo piano del Palazzo di Città per rinchiudersi nella sua stanza con la lettera delle dimissioni da consegnare al segretario generale. Le dimissioni seguirannao una giunta per deliberare alcuni punti di ordinaria amministrazione. Poi, Vito Bono, da solo, comunicherà la sua “irrevocabile” decisione. Tenterà di deragliare le colpe sugli alleati, rimarcando una sorta di autoreferenzialità che, in verità, appare vana di fronte all’opinione pubblica, mai così distante dalla politica e da ciò che essa è stata in grado di partorire.

Si infrange, dunque, in un venerdì plumbeo “il progetto Bono”, effettivamente mai nato, concretamente finito tra le secche di un rapporto politico che ha dimostrato disomogeneità e tanta litigiosità. Quella verifica chiusa per il sindaco ma aperta per la maggioranza, di fatto ha dimostrato la vera verità: l’esistenza di una coalizione a cui è mancata l’anima essenziale, il cuore pulsante, il timoniere, la capacità di leadership del sindaco. Si chiude oggi un capitolo che rimarrà fortemente inciso nella storia politica della nostra città. Ovviamente in termini negativi.

Forse non è neanche il caso di rivolgere lo sguardo all’indietro per ripercorrere questi tre anni. Appare, invece, vitale per la città, pensare al futuro. E’ ed su questa angolazione che la classe dirigente e politica della nostra città ha un compito di primaria importanza: seppellire le faziosità, i retaggi, e mettere in campo le forze migliori capaci di tirare dalle secche questa Città. Che la classe politica faccia monito di quanto è successo, è anziché profondere lo sforzo “contro qualcuno”, si unisca a “favore della città”. A cominciare dalle candidature per il Consiglio comunale dimostri di essere all’altezza di presentare liste di candidati in grado di fare gli interessi della città. Offra al consenso popolare, la classe politica, candidati sindaco che abbiamo il profilo indispensabile per governare il primo Comune della Provincia dopo il Capoluogo. Ma soprattutto, tracci un solco distante almeno 20 anni per un cammino di questa città che possa essere programmato con progetti seri di sviluppo socioeconomico. La smetta, la classe politica, di occuparsi dell’effimero. Pensi, invece, su quali binari deve essere posta l’ossatura della città del futuro.

Se sarà in grado di fare questo, molto probabilmente immetterà nuova voglia nel tessuto sociale e un nuovo credo nei confronti di una classe politica che ha difficoltà a intercettare le esigenze della sua collettività.

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