Il turismo sommerso: con il CIR spuntano in provincia circa 500 nuove strutture
Sono quasi 1400, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione della richiesta, le strutture turistiche agrigentine, nella fattispecie quelle classificate nella sezione “affitti brevi”, che hanno richiesto il CIR (Codice Identificativo Regionale) di recente costituzione e destinato alle strutture ricettive siciliane.
Un numero estremamente elevato in considerazione del fatto che fino ad oggi le strutture turistiche accreditate note agli enti competenti in tutta la provincia sono 950. Ci sono quindi tante richieste di soggetti che erano fino ad oggi inadempienti rispetto all’obbligo di comunicazione giornaliera all’Osservatorio Turistico Regionale dei dati sul movimento turistico ai fini Istat.
Non si tratta della prima proroga e non si esclude che ce ne sia un’altra vista una serie di richieste in tal senso inoltrate alla Regione Siciliana nelle scorse settimane. In precedenza la scadenza fissata dalla legge a settembre per chiedere il Cir delle attività ricettive e delle locazioni brevi a fini turistici, era stata prorogata al 31 ottobre 2022. Si era necessario semplificare la procedura a carico degli utenti, alleggerendo i Comuni da ulteriori passaggi amministrativi.
Il Cir, istituito lo scorso luglio, nasce con l’obiettivo di garantire un’offerta turistica trasparente, contrastare forme irregolari di ospitalità e tutelare chi fa turismo in modo onesto e seguendo le regole. Devono farne richiesta tutte le strutture ricettive compresi agriturismo, alberghi diffusi, condhotel, marina resort, alloggi per uso turistico in affitto per brevi periodi (inferiori a 30 giorni) e case vacanza. Una legge che mette in campo delle regole e che ha determinato i prevedibili risultati, quelli cioè di tanto turismo sommerso, di tantissime piccole strutture di accoglienza che fino ad oggi non erano note agli organi regionali, provinciali e comunali.
La procedura prevede, per chi non era registrato all’Osservatorio Turistico Regionale, di creare un account on line nella pagina “Affitti brevi” che poi permette di entrare nella pagina dell’STR (Servizio Turistico Regionale) che in provincia viene gestito dall’ex Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Sciacca. A quel punto viene erogata una password che permettere di richiedere il Codice Identificativo Regionale. E’ una fase ancora poco chiara per quanto riguarda gli aspetti dei controlli, delle verifiche dei dati inseriti nel portale. Tale attività dovrebbe essere di competenza degli enti locali, Comuni e Liberto Consorzio, ma ci si scontra con i cronici problemi di personale. In ogni casi, spetta ai Comuni erogare e incassare le eventuali le sanzioni (da 500 a 5 mila euro) per chi non rispetta quanto previsto dal decreto.
Di certo c’è che stando a questi dati, il turismo in provincia di Agrigento nonostante le criticità infrastrutturali (viabilità e servizi) sembra in buona salute. Ma è molto importante fornire un’offerta di qualità, possibile solo attraverso controlli adeguati che sono indispensabili alla luce di tanto turismo sommerso che sta emergendo.
Giuseppe Recca