IL TORMENTONE DEL CARNEVALE: 2 O 3 CARRI? COMUNQUE VADA E’…IL TRAMONTO DI UN SOGNO

La città termale sembra non vivere situazioni socio-economiche avverse. Sembra non vivere la pesante disoccupazione, la prolungata crisi economica, la drammatica vicenda delle terme. E allora, la quotidianità sembra essere rapita dal nuovo tormentone.

Un tormentone che riguarda il carnevale, festa amata, sovente criticata. Ci saranno due o tre carri allegorici, oltre a Peppe Nappa? Sembra un interrogativo per risolvere il quale si richiede la sinergia dei cervelli della scienza internazionale. La domanda appare banale, addirittura anacronistica. Il carnevale continua la sua costante agonia, il suo innegabile declino. Vive la stanca nei confronti della quale, da anni, non si è trovata una soluzione capace di dare vigore ad una festa che ha raggiunto il suo apice negli anni ottanta.

I costi del carnevale sono proibitivi per le casse comunali, ma lo sono ancor di più sotto l’aspetto morale se si pensa alla forte tassazione locale cui sono stati obbligati i contribuenti saccensi, anche per via dei costanti tagli ai trasferimenti statali e regionali. Fare un carnevale con tre carri o due cambia poco.

E’ la prova provata che viene meno quella caratteristica tutta saccense, cioè quella di un carnevale competitivo, capace di coinvolgere spettatori , carristi e gruppi. E’ la rappresentazione di una nobile donna decaduta, che col passare degli anni degrada sempre più fino a trasformare la sua bellezza in un nostalgia che ispira compassione.

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