IL TIRA E MOLLA DEL PDL SULLE PRIMARIE E IL RISCHIO DI FUGHE CLAMOROSE

Mentre a Palermo (città di Schifani) e non solo, il Pdl è ancora alla ricerca del candidato sindaco, ed è sempre più isolato, a Sciacca (città di Marinello), come per riflesso il Pdl vive la stessa “solitudine”. “Mai col Pdl”, dicono i partiti del Terzo Polo. Cusumano tenta di allargare l’alleanza anche al partito di Giuseppe Marinello, ma con tentativo invano per il niet di Fli e Mpa.

Intanto, mentre il coordinatore cittadino annuncia ai suoi che sta attivando le procedure per le primarie, elezioni interne a cui in tanti non credono), monta un fronda che potrebbe espodere nei prossimi giorni. Le primarie del Pdl, secondo autorevoli personalità del Pdl, servono esclusivamente per far convogliare su un nome i voti dei tesserati. Ciò toglierebbe lo spirito della competizione pura, leale e aperta a uguali condizioni.

Se da piazza Mariano Rossi la linea delle primarie “a tutti i costi” dovesse prevalere, sostanzione novità emergerebbero. Novità che assumono le tonalità delle scissioni. Insomma, una parte del Pdl, che gode di autorevolezza, ma anche di attrazione dell’opinione pubblica, non avrebbe tentennamenti a intraprendere la via dell’autonomia da logiche rispetto alle quali non c’è condivisione.  

Del resto, il partito di Berlusconi è interessato da un calo di consensi che registra anche il minimo storico con circa il 22% a livello nazionale. L’uomo di Arcore, del resto, non solo è costretto a cambiare inno ufficiale intonando il nuovo di fronte ad una platea non certamente piena d’entusiamo, ma pensa anche a liste civiche.

A Sciacca, il Pdl rischia seriamente di fare il botto. Non solo con i numeri elettorali, ma anche con risultati che non premierebbero lo sforzo di Angelino Alfano, proprio nel secondo comune più grande della sua provincia.

 

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