Il silenzio elettorale e quella legge del 1956 quando non c’erano i social
Si è chiusa ieri sera la campagna elettorale delle elezioni politiche e regionali di domani 25 settembre, il cosiddetto Election Day. Dalla mezzanotte niente dichiarazioni elettorali, né volantinaggi per rispettare quella giornata di riflessione, senza distrazioni, garantita ai cittadini per legge. Un giorno per riflettere senza il “rumore” della campagna elettorale prima di recarsi ai seggi,
La norma del silenzio elettorale risale agli anni Cinquanta, esattamente al 1956, aggiornata nel 1975, e allora non si prevedeva la campagna elettorale fatta sui social o su internet, dove, di fatto, il silenzio elettorale non viene rispettato.
Esistono delle linee guida dell’Agcom, relative alle piattaforme digitali, risalenti alle ultime elezioni europee, e la lettera, sempre dell’Agcom, alle prefetture e al ministero dell’Interno, risalente al 2019, che invita a far rispettare il silenzio elettorale anche sui social network. La legge infatti specifica che “non bisogna fare propaganda in luogo pubblico e la Cassazione dice che i social sono un luogo pubblico. Perciò il combinato disposto di queste due cose dovrebbe far pensare che c’è una violazione del silenzio elettorale anche sul web”. L’applicabilità del silenzio elettorale ai social media resta, però, di fatto, al centro di diverse interpretazioni.