IL “RIVOLUZIONARIO” CROCETTA SEMPRE PIU’ SOLO?
Editoriale di Filippo Cardinale
Il rivoluzionario Crocetta sempre più solo? Pare di si, almeno a leggere le dichiarazioni di diversi deputati dopo l’impugnativa del Commissario dello Stato della legge “antiparentopoli”. “Resisteremo, come abbiamo fatti nei mesi scorsi, ai Ddl del governo dai contenuti improponibili”, ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. “Il disegno di legge lo ha voluto il governo. Io non ero d’accordo”, spiega il presidente della prima commissione Marco Forzese. La “rivoluzione” di Crocetta perde pezzi giorno dopo giorno. Grandi enunciazioni iniziali, tanto fumo e poco arrosto. Un rimpasto di governo appare assai probabile. Basta con gli spot, insomma. Lo evidenzia l’Udc, alleato importate di Crocetta che dice basta alla “superficialità delle proposte del governo”.
“ Per dieci mesi- scrive Accursio Sabella su LiveSicilia- l’Assemblea, con tutti i suoi limiti, compresa una non certo frenetica attività, s’è trovata a dover discutere e approvare una serie di provvedimenti “spot”, come ha sottolineato qualche deputato dell’opposizione. Buoni da dare in pasto ai media. Meno buoni per risolvere questioni pratiche. Ha dovuto ospitare le promesse di immaginifici Trinacria bond, della chiusura di decine di partecipate (con conseguenti, miliardari risparmi), è stata teatro dei passi avanti e indietro su Muos e Irpef, sulla vicenda Pip. E infine ha detto di sì alla “fondamentale” legge sulla doppia preferenza di genere, a quella dell’abolizione delle Province. Che ha permesso al governo di annunciare una riforma “epocale”. Dimenticando di spiegare, però, una volta cancellati i vecchi enti, cosa si volesse fare dei nuovi. Ma oggi il Parlamento, stanco anche delle continue assenze in Aula degli assessori tecnici e delle accuse che arrivano anche dal mondo degli industriali, ha deciso di rispondere alla “rivoluzione degli annunci”, ha scelto di opporsi ai disegni di legge insensati, promettendo l’avvio di una sorprendente e paradossale “resistenza”.
Il governo Crocetta ha davanti temi di grande spessore. Temi che non possono essere risolti solo con slogan o con l’effetto d’annunzio. Non vi è un’idea seria e concreta, ad esempio, sul turismo. Il governo Crocetta non ha mostrato nessuna novità, nessuna svolta. Solo qualche datata idea di rispristino dei casinò. Un’idea che sa di vecchio, di superato, ma soprattutto di superficialità. Il Governo Crocetta ha abolito le province, ma non ha edificato l’immediata alternativa. L’abolizione delle province ha creato vuoti immensi e tanti disagi rimasti, ancora oggi, senza risposte. Sul termalismo, sulla privatizzazione delle due società termali di Sciacca e di Acireale, il Governo Crocetta ha spento il megafono. Nessun cenno, nessuna idea. E le Terme vanno sempre più alla deriva.
L’attivismo di crocetta si sta notando su una raffica di nomine che ricorda gli anni di Cuffaro e di Lombardo.