IL RITORNO DEL CENCELLI
Editoriale di Filippo Cardinale
La nave comandata da Fabrizio Di Paola comincia a solcare mari mossi. Il comandante dimostra fermezza, determinazione, ma spesso anche stanchezza. Stanchezza di stare nella plancia di comando e verificare funzioni che, invece, dovrebbero essere di altri ufficiali suoi collaboratori.
Il personale che sta nella plancia di comando non sembra omogeneo. Diversi settori della macchina amministrativa hanno bisogno di spingere in avanti la leva dei motori, per dare maggiore propulsione alla nave. Oltre questo, i passeggeri della nave, quelli che hanno sostenuto la rotta tracciata, almeno sulla carta, da Fabrizio Di Paola, sono tentati al ritorno alla politica intesa come bilancino su cui pesare la propria forza.
Il ritorno al manuale Cencelli è un brutto segno, specie a quanti, in tantissimi, si sono allontanati dalla politica diventata sempre più un palco su cui far prevalere interessi diversi da quelli dell’interesse collettivo. Il sindaco Di Paola è conosciuto per la sua serietà. Si è presentato alla città con un progetto ben delineato, improntato al civismo. Egli stesso si è distinto dai partiti, costituendo una lista civica. Oggi, a distanza di oltre un anno, la rotta tracciata da Fabrizio Di Paola rischia di infrangersi tra gli scogli delle pretese delle “visibilità”, odiata parola che serve a dire ho- tanti- consiglieri- mi- spettano-tanti -assessori.
In tale contesto, la maggioranza che sostiene Di Paola faccia chiarezza nei confronti dell’opinione pubblica. Ma soprattutto, anziché tenere in mano il manuale Cencelli, faccia comprendere alla città quali sono le idee, i progetti, per una programmazione della sua crescita. Quali sono i contenuti dei progetti politici? Se esistono, ne discutano. Ma lascino stare, per favore, e per rispetto della gravità di una crisi che colpisce in modo quasi totale la comunità, pretese e elaborazioni matematiche per misurare se stessi.
Se il comandante tiene fermo il timone, la nave segue la rotta prefissata. Altrimenti rischia di sbandare e puntare la prua su mari tempestosi. Ma soprattutto cozzerebbe con le promesse elargite e le attese create.
Non si faccia, il comandante Di Paola, distrarre dal cencellismo che i suoi alleati sembrano prediligere. Faccia, semmai, che nella plancia di comando ognuno svolga in maniera adeguata il proprio compito.