Il procuratore Vella: “Nell’agrigentino c’è una incredibile disponibilità di armi clandestine”
AGRIGENTO- La pistola utilizzata per uccidere lo specialista di Favara è risultata essere rubata nel 1979 nel catanese. I carabinieri hanno sequestrato anche decine di munizioni che potevano essere usate proprio per quella 7,65.
“Il dottore Alaimo stava semplicemente facendo il proprio mestiere e in un contesto di difficoltà economica e di non serenità da parte del soggetto si è registrata la tragedia – ha detto, durante la conferenza stampa di stamattina, il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella – . Ma dobbiamo continuare a registrare una incredibile disponibilità e facilità nel reperimento ed utilizzo di armi clandestine”.
Appare sempre più certo il movente che ha scatenato la furia omicida di Adriano Vetro, 47enne di Favara, che ha freddato il cardiologo Gaetano Alaimo mentre era all’interno della sua struttura sanitaria privata. “Sembra che sia stato prederminato e studiato con cura dal Vetro – ha chiarito il procuratore Vella – . Stiamo parlando di fatti non ancora accertati naturalmente, verrà chiesta la convalida dell’arresto e l’applicazione di una misura cautelare custodiale. Il procedimento poi seguirà il proprio corso”.
Esattamente per come è già emerso in altri fatti di cronaca, anche nel caso dell’omicidio del cardiologo Alaimo l’indagato ha riferito – durante l’interrogatorio di ieri – di aver trovato la pistola in campagna.
“Questa è una provincia che continua ad avere una disponibilità di armi clandestine incredibile che provengono, per la maggior parte, anche da traffici illeciti internazionali – ha evidenziato il procuratore capo Salvatore Vella – . Dalla Germania e dal Belgio, anche la criminalità organizzata ha attinto armi da fuoco. Ma non soltanto. In questo caso, era un’arma rubata in Sicilia e quindi vi è un giro regionale. Usciti dall’emergenza di definire le indagini per questo omicidio, attenzioneremo anche questo aspetto che riguarda la detenzione, la commercializzazione di armi illecite. Perché in un contesto di difficoltà economiche e sociali, la disponibilità di armi in mano a soggetti ‘normali’, non alla criminalità organizzata, può portare ad episodi di questo tipo. Attenzioneremo questi traffici di armi, ma non soltanto in Comuni come Favara o Palma di Montechiaro, ma anche in altri paesi del circondario”.
“Non vi sono, ad oggi, elementi documentali dai quali ricavare che Vetro fosse gravato da una qualche patologia di carattere psichiatrico. Se verrà avanzato dalla difesa e documentato potrà essere oggetto di un accertamento successivo” – ha spiegato sempre il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella in merito a quanto ieri sera è stato sostenuto dall’avvocato difensore del bidello favarese, l’avvocato Santo Lucia.