Il primario Caramanno: “la Cardiologia di Canicattì svolge l’attività grazie al contributo determinante dei medici di Agrigento e Sciacca”
AGRIGENTO. “A seguito di alcune notizie apparse in questi giorni sulla stampa provinciale, peraltro capziose, per fare chiarezza ed onore di verità ho il dovere di precisare alcune inesattezze che sono emerse”. A parlare è il Direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’Asp di Agrigento, dott. Giuseppe Caramanno, nonché primario di Emodinamica e Cardiologia dell’ospedale San Giovanni di Dio.
“L’unità operativa di Cardiologia di Canicattì- spiega il dott. Caramanno- continua a svolgere la propria funzione grazie al contributo determinante dei medici di Agrigento e Sciacca che si stanno sacrificando non poco, per assicurare un servizio agli utenti di Canicattì e del suo hinterland; purtroppo devo contastare che se si è giunti a questa situazione di grave carenza di organico, si ha una ragionevole certezza del fatto che il dott. Luciano Sutera Sardo, primario ff della Cardiologia di Canicattì poco o nulla ha messo in atto per trattenere nel proprio reparto almeno quattro medici; uno si trova in via provvisoria all’ospedale di Licata; un altro è andato in pensione il prima possibile; gli altri due medici, hanno preferito trasferirsi nel reparto di Cardiologia dell’ospedale di Caltanissetta in quanto i rapporti con il primario ff non erano proprio idilliaci”.
“Recentemente – continua Caramanno – si è concluso il concorso per 12 posti di cardiologi nell’ambito dell’ASP di Agrigento; ebbene i tre posti della Cardiologia di Canicattì sono rimasti vacanti, nonostante 26 medici idonei. Perché nessuno vuole accettare un posto di ruolo nel suddetto reparto? A questa domanda dovrebbe rispondere il dott. Sutera Sardo”.
“La scorsa settimana il Sutera è stato assente dal reparto per 5 gg per motivi familiari e contemporaneamente un altro medico è stato in ferie per 6 gg. per cui pur rimanendo 2 medici titolari in servizio, non posso non significare che la loro assenza è stata ampiamente colmata e non senza difficoltà dal personale medico degli ospedali di Agrigento e Sciacca, il quale con grande spirito di abnegazione e con turni massacranti, ha assicurato la presenza costante in un reparto delicato come quello della Cardiologia”.