Il Pnrr e un’amministrazione pubblica “lontana”, i paletti del Tar Sicilia
“La percezione dello stato dell’amministrazione siciliana e della sua presumibile capacità di rispondere alle sollecitazioni derivanti dall’attuazione nella Regione dei programmi di investimento oggetto, tra l’altro, del Pnrr, è tutt’altro che positiva».
Così il presidente del Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia, Salvatore Veneziano, nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023.
«Tale giudizio discende non solo dal generico rilievo – già svolto l’anno scorso, ma ribadito anche quest’anno – di una perdurante, oggettiva, criticità nei rapporti tra cittadini ed amministrazioni denotanti un elevato grado di inefficienza della pubblica amministrazione, incapace di onorare oltre che le proprie obbligazioni (ottemperanze), anche gli elementari doveri procedimentali (silenzi e accessi), ma soprattutto dal rilevato calo dei contenziosi in materie che possono denotare lo svolgimento di attività amministrative qualificate, quali le autorizzazioni e concessioni, così come gli appalti. Particolarmente preoccupante appare il decremento (-44) di ricorsi trattati con il rito accelerato per appalti, significativo delle difficoltà in ordine amministrativo di concretizzare le misure di cosiddetta semplificazione e rilancio del settore adottate proprio allo scopo di contrastare gli effetti economici depressivi della pandemia e finanziate dalle prime risorse accreditate dalla Unione Europea nell’ambito del Pnrr».
«Nel corso del 2022 sono stati depositati 2.146 nuovi ricorsi, in decremento di 201 (pari a circa -8,5%) rispetto al totale dei depositi dell’anno precedente. Sensibilmente maggiore il decremento dei ricorsi per motivi aggiunti discesi dai 324 dell’anno 2021 ai 185 dell’anno 2022 (pari a circa il 43%)».
«Tra i dati più significativi – ha aggiunto Veneziano – anche la flessione dei ricorsi in materia di edilizia (-164), di autorizzazioni e concessioni (-35), di armi (-33) e di informative antimafia (-12) solo parzialmente bilanciata dall’incremento dei ricorsi in materia di sanità pubblica (+89), professioni e mestieri (+42) ed espropriazioni (+14)».