Il Pd alle prese con il dopo Fisco. Una riunione “informale” a San Marco

SCIACCA- La definiscono come una conversazione con sorseggi di birra, nulla di formale. I panni del Pd si lavano nella casa del Pd, ossia nella sede politica. Ma intanto, dopo la vittoriosa partita dell’Unitas Sciacca, i big del Pd locale si sono dati appuntamento a San Marco per porre in evidenza la questione del dopo Gianluca Fisco. Il dinamico assessore del Pd, nonché segretario cittadino, ha rappresentato la sua esigenza di lasciare la giunta per motivi prettamente professionali.

Gianluca Fisco è il personaggio di spicco del Pd ma anche l’architrave che regge la giunta. Deleghe pesanti ma anche vice sindaco. Una “macchina da guerra” operativa che non si stanca mai. E porta a casa il lavoro per accelerare i tempi sulla elaborazione di progetti da presentare per ottenere finanziamenti. Dalla sua “officina”, degna di impegno profuso senza risparmio di energie, l’assessore (ancora per poco) sta lasciando in dote all’amministrazione Termine qualcosa come 25 progetti.

Ma è tempo di dire basta. E Gianluca Fisco lo ha rappresentato al partito. Una decisione che ha già maturato prima dell’estate ma che ora è arrivata al traguardo.

Per il Pd la sostituzione di Fisco non è semplice. Insomma, si scompongono equilibri che trovano radici nella operatività senza sosta del giovane assessore. Il Pd potrebbe tentare la carta di Fabio Leonte che vanta un curriculum di tutto rispetto e una esperienza amministrativa di lungo corso.

Ma qui si pone un altro problema. Fabio Leonte ha dimostrato una evoluzione caratteriale e politica che lo rende simile al democristiano. alla cultura dorotea. E’ l’unico della coalizione Termine che getta acqua sulle fiamme lanciate proprio dalla parte della coalizione del sindaco. E questo ruolo è essenziale per calmare le ire dell’opposizione che reclama uno stile troppo aggressivo da parte del sindaco, ma anche di un paio di consiglieri comunali che, nei loro interventi, sembrano draghi presi dalla foga di lanciare fiamme.

Insomma, il Pd ha necessità di trovare una soluzione alla sostituzione di Fisco. Ma è una soluzione chge punta non solo sulla esperienza ma anche sulla capacità di tessere un rapporto più urbano con l’opposizione.

Tra non molto,  il Cga emetterà la sentenza del ricorso. Se per adesso si gioca d’attesa, una eventuale conferma di Fabio Termine a sindaco obbliga l’opposizione a rivedere la propria strategia. Non credo ad una mozione di sfiducia. Basta la farsa vista nella precedente consiliatura. L’opposizione detiene la maggioranza in aula. Ma, nel contempo, è stretta nella morsa degli atti amministrativi da approvare. Sono atti quali il bilancio, il consuntivo, o altri che hanno interesse collettivo. Bocciare tali atti non è politicamente fruttuoso. Dall’altro canto, pensare a far scorrere quattro anni tra battibecchi e consigli comunali poco fruttuosi fa solo danno alla città.

Il dopo Fisco non è come bere un bicchiere d’acqua per il Pd che avverte la necessità di “un cambio di passo” dell’amministrazione che appoggia.

Filippo Cardinale