Le terme sono ritornate ad illuminare le menti dei politici locali. Anche la nostra risorsa termale subisce gli umori elettorali. Il grande slancio prima delle elezioni regionali dello scorso novembre. Il clamore del 25 ottobre scorso è noto a tutti con la firma della “concessione” parziale dei beni, conferenza stampa, proclami, soddisfazioni, foto di gruppo.

La concessione ancora oggi è “un pezzo di carta” perché c’è una conditio sine qua non: la sottoscrizione del verbale di consistenza. Documento essenziale che ancora oggi non è stato redatto. Apparentemente sembra un passaggio facile, nella realtà non è così.

Ma ciò che incuriosisce e contemporaneamente preoccupa è che dopo novembre sulle terme è sceso l’oblio.

A nulla vale la dichiarazione del deputato regionale del PD, Michele Catanzaro, quando rivolgendosi al M5S invoca a smetterla con le polemiche: “Dico che è giunto il momento di smetterla con le polemiche, e mostrare unità e determinazione verso l’obiettivo primario, che è quello di far riaprire le Terme di Sciacca”.

Né vale che lo stesso deputato e vicepresidente della commissione Attività Produttive all’Ars, ricordi  che “con la firma a ottobre abbiamo compiuto un passo senza il quale oggi saremmo all’anno zero”.

A dedurre che le terme siano ricadute nell’oblio ci vengono incontro due elementi. Il primo viene proprio dall’onorevole Michele Catanzaro quando dichiara che “occorre andare avanti risolvendo i problemi”.

Ed è lo stesso deputato a presentare un’interrogazione al Governo regionale a cui chiede “di coinvolgere l’amministrazione comunale di Sciacca per mettere in campo tutte le iniziative necessarie a rilanciare il complesso termale della città che da troppi anni è in stato di abbandono”.

Nell’interrogazione l’esponente del PD rimarca come “tuttavia manca ancora la stipula del verbale di consistenza inerente la verifica delle condizioni delle strutture. Inoltre, altri beni che fanno parte del patrimonio termale sarebbero stati posti in vendita attraverso la SPI S.p.A”.

“Questa situazione di stallo e confusione non è più accettabile. Serve un intervento urgente del governo”, invoca il deputato regionale.

Il secondo elemento che ci invita a pensare che le terme siano finite nel pantano è che non basti solo la concessione così per come è stata prodotta. Molto probabilmente serve altro, anche in campo legislativo. Insomma, potremmo trovarci di fronte ad un provvedimento che non è completo nella forma e nella sostanza.

L’istituzione della Commissione consiliare speciale sulle terme è un’ulteriore conferma che la vicenda non è semplice come bere un bicchier d’acqua. Quando in un processo, il cui iter naturale sarebbe dovuto essere svolto direttamente dalla Regione, ancorché incapace, si aggiunge un’altra presenza politica che non spicca in efficienza, la miscela è micidiale.

Dapprima sembrava cosa fatta, addirittura qualche incosciente pronunciò un’apertura parziale per l’imminente stagione estiva, adesso siamo già con le interrogazioni parlamentare, e un iter per la elaborazione e stesura di un verbale di consistenza che da novembre ha prodotto solo una visita alle terme.

Filippo Cardinale


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