IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA DIVENTA LIBRO. TRA GLI AUTORI IL SACCENSE BRUNO NERI, PERITO DI PARTE CODACONS. FU SOLO COLPA DI SCHETTINO?
“Costa Concordia, l’altro volto della verità”. E il libro edito da Ets Edizioni e scritto da Iacopo Cavallini, Alessandro Gaeta, Bruno Neri, Alfonso M.Iacono.Bruno Neri è di Sciacca, ingnegnere e docente all’Università di Pisa, responsabile di un Dipartimento.
Cosa ci fanno insieme un Economista, un Giornalista, un Ingegnere e un Filosofo? Perchè scrivono assieme un libro su un grande fatto di attualità? Qual’è il filo conduttore che li lega ad uno degli eventi più tragici della storia della marina mercantile: il naufragio della Costa Concordia?
Iacopo Cavallini, Alessandro Gaeta, Bruno Neri e Alfonso M. Iacono ognuno dal proprio punto di vista analizzano e vivisezionano le indagini e la fenomenologia di un naufragio che ha interessato tutto il mondo e per il quale, poco dopo i fatti, i media avevano emesso la loro sentenza inculcando nell’opinione pubblica un ritornello che come un disco rotto si è fissato nella memoria collettiva: “Fu-tutta-col-pa-di-Schet-ti-no”.
Partendo da questo assunto che a gennaio del 2012 appariva indiscutibile, gli autori di “Costa Concordia, l’altro volto della verità” mettendo insieme competenze e chiavi di lettura diverse propongono al lettore innanzitutto una contestualizzazione dell’evento nell’ambito di un mercato crocieristico che fattura circa trenta miliardi di euro all’anno e una rilettura delle indagini della Procura di Grosseto che concentrandosi in maniera quasi ossessiva sulle responsabilità del Comandante Schettino (che avrà anche le sue colpe) hanno di fatto consentito alla Costa Crociere, e cioè all’armatore della nave e all’organizzatore di tutto ciò che avveniva a bordo, di tenersi lontano dai riflettori.
E questo grazie anche alla distrazione dei grandi media italiani che su questa vicenda non hanno svolto alcuna contro-inchiesta. E così dalla lettura dei quattro contributi che gli autori hanno scritto sul naufragio all’Isola del Giglio (e che possono essere letti in maniera indipendente e nell’ordine preferito dal lettore) emergono fatti e riflessioni tanto inedite quanto inaspettate.
Si scopre che il tragico evento non ha inciso sui conti della Costa Crociere e che gli utenti continuano a considerare più che sicure le sue navi, nonostante il naufragio abbia fatto emergere una lunga serie di malfunzionamenti a bordo della Costa Concordia.
Si scopre che i naufraghi, per affrontare il processo, avrebbero dovuto sborsare circa 30.000 euro a testa per diritti di cancelleria. Si scopre che alcuni consulenti tecnici di parte civile non solo hanno lavorato gratuitamente in difesa dei naufraghi ma che, se non avessero avuto il sostegno economico del Codacons, non avrebbero potuto visionare da vicino lo squarcio, prendere le coordinate esatte della posizione della nave né prendere foto subacquee del relitto, negati dai periti del Gip e della Procura di Grosseto.
Si scopre, inoltre, ma questa purtroppo è una conferma, che giornali e televisioni sono in Italia sotto libertà condizionata quando entrano in gioco interessi miliardari, come capita col mercato delle crociere.
Si finisce infine col prendere coscienza del paradosso secondo il quale se tutta questa vicenda dovesse concludersi con un definitivo “Fu-tut-ta-col-pa-di-Schet-ti-no”, allora questo significherebbe che la vita di quattromila persone è nelle mani di uno solo e che non ci sono rimedi alla sua incoscienza, imperizia, leggerezza visto che solo da lui tutto dipende. Se la lettura di questo libro riuscirà a suscitare qualche dubbio sulla completezza delle ricostruzioni dell’evento veicolate dai media ufficiali, allora la fatica degli autori sarà ampiamente ripagata.