IL MISTERO DELLA NAVE HEDIA: ANCHE SCIACCA CHIEDA VERITA’ (video)

Sarà proiettato entro agosto in uno spazio pubblico il docufilm “Hedia quella sporca faccenda” realizzato da Maurizio Costa e dal saccense Accursio Graffeo. Lo ha assicurato l’assessore Sino Caracappa, intervenuto alla presentazione della video inchiesta nello spazio esterno del Circolo Nautico Corallo di Sciacca.

Il film racconta la storia della nave mercantile denominata Hedia, scomparsa misteriosamente con tutto il suo equipaggio il 14 marzo del 1962 al largo delle coste tunisine. Non fu mai trovata alcuna traccia, né dell’imbarcazione e nemmeno dei 20 marinai, 19 dei quali erano italiani. Uno di questi marinai era di Sciacca, Filippo Graffeo, imbarcatosi solo pochi mesi prima a Venezia.

La storia della nave Hedia incrocia quella della crisi franco algerina e dal docufilm emerge, come da anni sostiene Accursio Graffeo, nipote di Filippo, che l’imbarcazione venne fatta scomparire o venne silurata in maniera premeditata, e non naufragò come all’epoca dissero le autorità italiane.

Troppi interrogativi circondano la storia di quella nave, a 57 anni di distanza c’è ancora chi vuole che venga fuori la verità. La visione del film (al Circolo Corallo un pubblico attento ha seguito con commozione il video racconto di Costa) deve indurre anche la città di Sciacca a non lasciare solo in questa personale battaglia il saccense Accursio Graffeo. A lui, che in questi anni ha presentato denunce e richieste di riapertura dell’inchiesta, e che da anni coinvolge mass media e opinione pubblica, devono arrivare il sostegno e la solidarietà delle istituzioni cittadine per onorare il ricordo di un concittadino “nè morto e nè vivo”. .

La toccante storia della madre del marinaio saccense che era a bordo della Hedia e che per anni ha cercato inutilmente di avere notizie del figlio, non può rimanere inascoltata. Una ulteriore proiezione del film permetterà a più saccensi di apprendere di questa storia e di fare proprie le richieste di giustizia di Accursio Graffeo. 

Giuseppe Recca