IL MISTERO DEL PINOCCHIO DI MICHELE PATTI
Il consigliere comunale ha collocato sul suo scranno consiliare il burattino. A chi è diretto?
Inizia la seduta consiliare e lui, Michele Patti, con fare serioso, colloca il burattino Pinocchio sul banco consiliare a lui assegnato. Lo sistema in bella mostra, lo siede. La cura è da Geppetto, paterna. Poi va avanti, interviene nella seduta dedicata al Question Time. Per adesso è un mistero. Ci avviciniamo per fotografare Pinocchio. Michele Patti diventa ancora più serio e ci spiega che è solo questione di ppochi giorni e il mistero sarà svelato.
Certamente, gli servirà per indicare a qualche componente dell’amministrazione, la capacità di dire bugie. La caratteristica di Pinocchio, come è noto, è quella di dire bugie con la conseguenza dell’allungamento del naso.
In verità, Pinocchio era stato utilizzato in aula consiliare, ma limitatamente al modo orale. Fu “storico” quando Alfredo Ambrosetti, riferendosi a Ignazio Messin allora sindaco, gli disse. “Signor sindaco, Pinocchio in confronto a lei è un principiante!”
Staremo a vedere, nelle prossime sedute, come Michele Patti utilizzerà il burattino che, buono buono, è messo lì a seguire le sedute consiliari. Magari, nella sua intimità, il burattino penserà: “però, ne ho di colleghi qui!”