IL METODO LOTA’, SECONDO IL M5S DI MENFI
“Fin dal primo giorno di insediamento l’Amministrazione Lotà ha utilizzato un metodo di lavoro alquanto bizzarro: dare poco tempo ai consiglieri comunali per approfondire le proposte di deliberazione di Consiglio Comunale, soprattutto quelle che trattano i temi più importanti”.
Il Movimento 5 Stelle di Menfi elabora un “metodo” che racchiude in 4 fasi. Secondo i pentastellati tale metodo si sarebbe già esplicitato per il Bilancio di Previsione, per il Regolamento sulle Energie Rinnovabili, per la dismissione della quota di partecipazione alla società Marina di Menfi per il progetto del porto turistico, e per la stipula della convenzione ARO per la gestione dei rifiuti con l’Unione dei Comuni”.
“All’inizio sembravano solo coincidenze, ma visto il loro ripetersi sembra essere diventata una vera e propria regola che disciplina i rapporti tra Amministrazione e Consiglio Comunale, al punto che ci viene da pensare che esista un vero e proprio modus operandi da parte del sindaco e della sua giunta, che da oggi definiremo “Metodo Lotà”.
Per i pentastellati, questo modo di lavorare sembra essere costituito da fasi ben distinte.
“FASE DELLA “PROPAGANDA”: tutto inizia con il sindaco che si veste da democratico e da innovatore, chiedendo a tutti collaborazione per i progetti importanti, e organizza qualche riunione con i consiglieri giusto per discutere gli aspetti generali di un determinato progetto, guardandosi bene però dall’entrare in dettaglio. FASE DEL “LAVORO OCCULTO”: durante questa fase l’Amministrazione studia in sordina il da farsi ed elabora la propria proposta senza coinvolgere nessuno (il M5S non è stato mai coinvolto in questa fase), in totale autonomia. FASE DELLA “CREAZIONE DELL’EMERGENZA”: quando il quadro politico è pronto nella testa del Sindaco e dell’Amministrazione, la proposta viene presentata ai consiglieri 5 giorni prima del Consiglio Comunale (ai limiti del regolamento),creando ad arte un’emergenza che motivi l’accelerazione dell’iter (a volte è una scadenza, a volte è l’esigenza di coordinarsi con gli altri comuni dell’Unione, ecc). L’obiettivo di questa fase sembra essere quello di dare il minor tempo possibile ai consiglieri comunali per approfondire la proposta.FASE DELLA “FIDUCIA”: questa è la fase in cui la proposta approda in Consiglio Comunale dopo che i consiglieri hanno avuto solo 5 giorni per approfondirla. E’ caratterizzata dai consiglieri di minoranza che espongono le proprie critiche nel metodo e nel merito della proposta, e che pongono delle domande a tutto il consiglio comunale cercando anche di creare un dibattito all’interno dell’aula per approfondire l’argomento in questione. Ma più che un confronto approfondito fra i consiglieri si innesca un botta e risposta con il sindaco, il quale si autonomina ad unico interlocutore della minoranza consiliare con il compito di deridere e denigrare le affermazioni dei consiglieri di minoranza, accusandoli un giorno di “dormire” e l’altro di essere “poco informati”.
Secondo M5S, infine, “durante questa fase il ruolo della maggioranza è fare qualche replica politica a qualche affermazione di un consigliere di minoranza, e manifestare profonda fiducia al sindaco, senza rispondere ai dubbi e alle perplessità della minoranza. Il tutto si conclude con la legge dei numeri: la maggioranza compatta vota le proposte, e i cittadini rimangono senza risposte”.