IL FACCIA A FACCIA SUI SERVIZI SANITARI. L’ASP SMENTISCE CHIUSURA EMODINAMICA

Il commissario Asp risponde punto su punto e afferma che con i concorsi e le mobilità bloccate non si può fare di meglio

Una giornata tutta saccense per i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale. Il commissario Salvatore Messina, il direttore sanitario Zambuto e il direttore amministrativo Bonanno, sono arrivati in città intorno alle 11.15 per partecipare all’assemblea nella sala consiliare del Comune e nel pomeriggio per un confronto con i medici del Giovanni Paolo II.

Ad ascoltarli c’erano i consiglieri comunali Catanzaro, Monteleone, Lombardo, Emmi, Cognata, Casciaro, Alba, Bonanno, Sabella, Mandracchia, Di Paola e Bellanca; i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di presidio, il responsabile sanità della segreteria provinciale Cgil, Caterina Santamaria, Lilla Piazza del tribunale per i diritti del malato, ed i parlamentari Marinello e Panepinto.

All’incontro erano presenti anche Montalbano dell’ufficio di gabinetto del presidente della Regione Crocetta e Carnevale, dell’assessorato regionale alla sanità. d introdurre i temi sul tappeto il sindaco Fabrizio Di Paola, che nella sua relazione ha parlato del “grido di dolore” rassegnato da più parti circa il ridimensionamento dei servizi ospedalieri.

Di Paola ha evidenziato il percorso che ha portato a tagliare o ridimensionare i servizi erogati: chiusura unità di chirurgia toracica; problemi di personale nel reparto di oncologia, dove ci sono solo due medici a tempo determinato; carenza anche in ortopedia, dove da mesi non c’è il primario; accorpamento ad Agrigento dell’unità di nefrologia, dove era stato bandito e poi annullato il concorso di dirigente; ventilato accorpamento al capoluogo dell’unità di emodinamica.

“Si tratta di criticità gravi – ha aggiunto Di Paola – alcune prospettate, altre che ho pure toccato con mano. Oggi il rischio è la trasmigrazione a Palermo, non solo di Sciacca, ma anche di tutta la sanità agrigentina. Il nostro non è un tema solo campanilistico, ma di politica che deve farci stare in allerta”.

Hanno poi parlato i sindacalisti Mannino, Migliore, Lentini, Santamaria, Lilla Piazza del Tdm ed i consiglieri comunali, due dei quali sono dipendenti Asp, l’infermiere Davide Emmi e il medico Vincenzo Bonanno. E c’è chi ha parlato anche di problemi strutturali, come ad esempio del pavimento di alcuni reparti che è danneggiato e presenta pericolosi avvallamenti. Il commissario Salvatore Messina nel suo intervento ha prima precisato di avere chiesto lui la convocazione di un incontro su suggerimento di Caterina Santamaria, smentendo poi voci di possibile depauperamento della struttura ospedaliera saccense.

“In sedici mesi abbiamo fatto un gran lavoro – ha detto – i concorsi per infermieri, medici e primari sono bloccati non su mia scelta, è la legge che mi impone di non fare concorsi, spero che tutto ciò si superi per venire incontro ad alcune legittime istanze, come ad esempio l’ortopedia, dove abbiamo pubblicato manifestazioni di interesse per contratti a termine. Ma pare che specialisti ce ne siano pochi, nessuno partecipa, questo non è colpa mia. L’anatomia patologica era in programma all’interno della struttura di patologia clinica, ma se non si chiarisce il futuro degli ospedali siciliani, non possiamo fare nulla. E poi – continua – la Banca sangue cordonale: all’atto del mio insediamento era commissariata, oggi è una realtà aperta e funzionante, abbiamo pagato debiti per 5 mln di euro con il nostro bilancio. Abbiamo risolto il problema delle zanzare, mentre per l’emodinamica confermo che le voci di chiusura sono solo frottole, nessuna volontà di chiudere il reparto”.

Ha poi fatto riferimento all’unità di oncologia, che è sempre stata unità semplice, ma che con la perdita del medico Franco Verderame avrebbe perso una preziosa professionalità: “Io nemmeno conosco il dottore Verderame – ha detto Messina – ma è lui che ha partecipato e vinto un concorso in un altro ospedale ed è andato via, non lo abbiamo certo cacciato. E poi, ricordo, che in oncologia i trattamenti vengono fatti sulla base di protocolli, identici a Sciacca come a Milano”.

Per quanto riguarda il reparto di nefrologia, accorpato ad Agrigento, il commissario ha parlato di interventi fatti sulla base delle direttive della rete regionale di nefrologia, che prevede un solo primario in provincia. All’Asp di Agrigento sono stati attributi 16 posti letto, quattro dei quali a Sciacca, dove a marzo saranno collocate nuove apparecchiature.

Francesco Carnevale, dell’assessorato regionale alla sanità, presente all’incontro, ha riferito che la Regione sta lavorando per sbloccare i concorsi e mettere le Asp nelle condizioni di disporre delle risorse umane necessarie per fare funzionare al meglio la riforma. 

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