IL COPIA E INCOLLA DI FIRENZE NELLA PREMESSA “RIORGANIZZATIVA” DEGLI OSPEDALI DI SCIACCA E RIBERA
Il dottore Alberto Firenze, come è noto, è stato nominato dall’Assessorato regionale alla Salute commissario ad acta per l’emergenza coronavirus per gli ospedali di Sciacca e Ribera. E’ trascorso un mese dal suo insediamento e nel frattempo tante cose sono cambiate. L’epidemia in Sicilia, per volontà di Dio, non ha avuto quei picchi che avrebbero messo in ginocchio la salute dei siciliani e le strutture sanitarie dell’Isola. Nel frattempo, il dottore Alberto Firenze ha trasformato l’ospedale di Sciacca e tante sono le richieste di chiarimento che provengono dalle istituzioni cittadine, associazioni, sindacati. Richiese che non trovano riscontro.
Non sappiamo cosa abbia fatto, ma sappiamo cosa non doveva fare.
Cosa non doveva fare è “copiare e incollare”, nella sua disposizione datata 11 aprile 2020 (protocollo 37CA/2020) e indirizzata ai vari direttori medici degli ospedali di Sciacca e Ribera, la risposta di una neodottoressa che ha conseguito la laurea in Infermieristica all’università di Firenze, sede di Pistoia, nel 2015.
La tesi della giovane laureata è stata elaborata sul tema degli Ospedali per Intensità di Cura. Proprio il concetto che il dottore Alberto Firenze riporta nella sua lettera-disposizione-trasformazione-sperimentazione.
La neodottoressa Barbara Mangoni è stata intervistata dal collega giornalista Marco Alaimo e l’articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2015. Alla fine dell’articolo, per prova documentale, riportiamo in PDF sia la lettera del dottore Alberto Firenze che l’articolo-intervista.
In ambedue i documenti, in giallo sono evidenziati le vaste frasi in comune. In buona sostanza, nella lettera del dottore Firenze è stata copiata la risposta della neodottoressa in Infermieristica alla domanda del giornalista. Risposta travirgolettata. Nella lettera, dunque, il dottore Firenze fa sua la premessa senza citare la fonte dove ha attinto, né spiega che la sua premessa è stata presa pari-pari azione dalla dottoressa in Infermieristica.
Siamo contenti per la dottoressa Barbara Mangoni per lo studio compiuto e l’argomento della tesi. Argomento che al nord è realtà, maturata, però, lungo un percorso di ordinaria programmazione, preparazione e formazione del personale. Non certamente in una fase emergenziale.
Ci appare strano che il dottore Firenze abbia comunicato nella sua lettera-disposizione una premessa “scientifica” che risulta da un doppio click da tastiera: copia e incolla.
Filippo Cardinale
Questa la risposta della dottoressa Barbara Mangoni riportata nell’articolo sopra citato e pubblicato il 15 gennaio 2015. La stessa identica risposta è stata copiata e incollata nella premessa della lettera del dottore Firenze con oggetto Sperimentazione Organizzativa a seguito emergenza Covid
“La necessità di un nuovo scenario è stata dettata da una serie di fattori che in maniera più o meno incisiva hanno contribuito al cambiamento e che hanno portato allo sviluppo di un nuovo modello ospedaliero che si è concretizzato nell’Ospedale per Intensità di cure. L’ospedale per intensità di cure è un modello volto a caratterizzarsi sempre di più come luogo di cura delle acuzie e che si appoggia solidamente alle attività territoriali che promuovono la continuità assistenziale. Il modello organizzativo che ne scaturisce porta con sé un importante cambiamento sia nella mentalità sia nel modus operandi di tutti i professionisti che vi lavorano. I principali pilastri sui quali si basa questo nuovo modello sono molteplici. La filosofia che guida la struttura è la filosofia ‘Lean Thinking’, un programma di ottimizzazione dei servizi che ha l’obiettivo principale di aumentare la qualità dei servizi erogati con le stesse risorse. Nell’intensità di cura il protagonista principale è il paziente: diversamente dall’ospedale organizzato per disciplina dove i pazienti venivano ricoverati nelle diverse unità in base alla patologia, nel nuovo modello viene ricoverato in base alla sua instabilità clinica e alla complessità assistenziale e sono i diversi professionisti a girare intorno a lui. Nel nuovo modello vengono introdotte due nuove figure: il medico Tutor e l’Infermiere referente, che hanno il compito di prendere in carico il paziente al fine di garantire un’assistenza personalizzata. Uno dei presupposti dell’Ospedale è quello di garantire prestazioni di alta qualità tramite una stretta integrazione tra tutte le figure attraverso i principali strumenti di integrazione, come il ‘Briefing’ e la cartella Clinica integrata. Il modello per Intensità di cure si basa su una nuova filosofia che ha guidato tutte le attività organizzative interne: la Filosofia Lean. Lean significa “snello” e proprio per il suo significato si propone di aumentare la qualità dei servizi, riducendo gli sprechi, ottimizzando tutte le risorse disponibili. Questa filosofia ha comportato delle modifiche a livello organizzativo e strutturale ed è sulla base di questi che sono stati fondati gli aspetti più importanti del nuovo modello ospedaliero”.
I DOCUMENTI IN PDF DELLA LETTERA E DELL’ARTICOLO