Il Comune deve 500 mila euro alla cooperativa Arcobaleno: rischio stop ai servizi e al contratto per la Casa Albergo

SCIACCA. Il Comune incassa fondi per servizi di utilità sociale ma, a sua volta, non storna i fondi alla cooperativa Arcobaleno. L’ultima liquidazione è avvenuta, parzialmente, lo scorso agosto, ma la cooperativa Arcobaleno vanta un credito di 500 mila euro.

“La situazione- dice Marco Mustacchia, presidente della Cooperativa- comporta un disagio notevole sia per gli operatori che per gli utenti (150 persone assistite dalla Cooperativa)”. Che la situazione è davvero pesante e critica lo afferma lo stesso Mustacchia. ” Il protrarsi di questa condizione porterà la Cooperativa entro poche settimane a prendere decisioni drastiche come la possibile chiusura o le dimissioni del Consiglio di Amministrazione”.

Se si arriva a tale punto è facile immaginare come si avranno conseguenze sul territorio: “La Cooperativa- aggiunge Mustacchia- garantisce posti di lavoro e servizi essenziali per Sciacca”.

Ovviamente, una decisione drastica comporterebbe anche “il venir meno dell’accordo stipulato con il Comune per la gestione della Casa albergo per anziani di via Allende”. Per adesso la struttura è adibita ad hub vaccinale.

La cooperativa Arcobaleno effettua diversi servizi quali l’assistenza domiciliare per anziani e disabili, il banco alimentare, lo S.P.R.A.R. (il centro di accoglienza per migranti minori non accompagnati), la comunità alloggio per minori italiani, i centri diurni per adulti e minori.

Una serie di servizi che danno lavoro a 100 persone e raggiungono 150 assistiti. La Cooperativa ha una spesa media mensile di 60/70 mila euro. Deve far fronte ai pagamenti previdenziali e fiscali, ai fornitori.

Il paradosso è che nelle casse comunali i fondi arrivano ma il medesimo Comune è lentissimo nel rispettare le scadenze delle fatture. Passano mesi, il debito nei confronti della Cooperativa Arcobaleno cresce assieme alle difficoltà della stessa.

Lo stesso sindaco Francesca Valenti ha sollecitato per iscritto gli Uffici. Molto probabilmente urgono provvedimenti più incisivi.

Filippo Cardinale