Il Comune capoluogo versa un milione e mezzo ad Aica, Sciacca ancora no

Il dirigente del terzo settore del Comune di Agrigento, Giovanni Mantione, ha firmato la determina relativa all’accertamento di entrata ed impegno di spesa per un’erogazione straordinaria all’Azienda Idrica Comuni Agrigentini della somma di 1 milione e 537mila euro. Poco prima delle festività natalizie il Consiglio comunale aveva dato il via libera al piano di rientro del cosiddetto “prestito” assegnato dalla Regione ai 33 Comuni soci di Aica, da trasferire poi nelle casse della società consortile.

Si tratta naturalmente della fetta più grossa dei 10 milioni assegnati dal governo regionale per consentire alla società che dallo scorso agosto gestisce il servizio idrico di risolvere i problemi iniziali di liquidità. Il fatto che alcuni Comuni hanno avuto delle perplessità sta nella difficoltà attuale degli enti locali di potere equilibrare i propri bilanci, già in sofferenza prima di questo ulteriore fardello che dovranno restituire in cinque anni alla Regione.

Tra le righe della determina del Comune agrigentino, ma questo vale anche per tutti gli altri enti locali interessati, c’è la necessità di subordinare l’emissione del pagamento all’acquisizione di apposita dichiarazione del presidente del Cda e del direttore generale di Aica, ma anche «l’impegno all’utilizzo di tale somma per interventi idonei per una gestione ordinaria ed efficace del servizio idrico integrato nell’ambito territoriale del Comune di Agrigento, nel pieno rispetto di tutte le disposizioni che disciplinano tale servizio». Insomma, un atto dovuto per portare denaro fresco nelle casse di Aica e tanti propositi positivi sperando che si possa superare la situazione attuale, che per quanto riguarda la qualità del servizio e in particolare la manutenzione delle reti, è complessa sua nel Comune capoluogo che in tutto il territorio provinciale.

Le altre fette più grosse del contributo regionale destinato ai Comuni soci di Aica, deve arrivare da Sciacca e Canicattì, ma nessuno di questi enti ha ancora deliberato in Consiglio comunale il piano di rientro del prestito regionale. Nemmeno Sciacca, che dovrebbe avere un percorso più agevole sul piano politico per l’assenza dell’assemblea consiliare, sostituita un anno fa da un commissario regionale. Il ritardo di Sciacca, che deve trasferire alla società una cifra intorno al milione di euro, sarebbe dovuto alla necessità di nomina dei nuovi revisori dei conti.

Per quanto riguarda Favara e Porto Empedocle, che insieme a Casteltermini e Aragona risultano in fase di dissesto, l’assemblea di Aica aveva invitato i rispettivi, dirigenti, assessori e segretari comunali, ad un incontro, unitamente al Comune di Licata, per approfondire la questione e trovare le soluzioni giuridiche e contabili atte a consentire il trasferimento delle risorse regionali. Ma da quel confronto non erano emerse novità confortanti per il prosieguo dell’iter che deve condurre ad una maggiore autonomia di Aica ed al miglioramento dei servizi per le utenze provinciali.

Giuseppe Recca