IL CATTIVO ESEMPIO TRASMESSO AI BIMBI: “NONNO C’E’ IL BUCO”. PARCO CHIUSO MA SI SCOPRE L’ESCAMOTAGE

Oggi riscriviamo sull’incomprensibile mancata apertura del parco giochi dello Stazzone. Un parco da mesi accessoriato con i vari giochi. Un forte richiamo per i bimbi, una possibilità per genitori e nonni di far trascorrere un po’ di tempo a figlioletti e nipotini all’insegna del divertimento. Invece, no. In questa città, nella quale le colpe ci sono ma sono fluttuanti, nel senso che non si sa mai di preciso chi sia il responsabile che rimane felicemente impunito, la gente è costretta a subire e sorbire di tutto. Anche la visione di un parco giochi allestito da prima dell’estate, completo di tappetino regolamentare e di giochi. Ma chiuso e recintato perché non sarebbe ancora collaudato.

Allora si assiste ad un ping pong: è colpa dell’Amministrazione comunale o di qualche dirigente? Il punto di domanda non dovrebbe esistere perché la politica ha i mezzi per  sollecitare la burocrazia, o sollecitarsi a vicenda. Se è colpa di qualche dirigente, allora non si spiega il motivo per cui a fine anno meritano il massimo delle indennità di risultato.

Ma c’è un aspetto gravissimo che desidero evidenziare e che ha riflessi devastanti sulla crescita culturale dei bimbi. Vi scrivo con l’esperienza capitatami da nonno. Porto la mia nipotina (che tra poco compirà tre anni) allo Stazzone. Il parco giochi di via Allende alla Perriera stamattina, come sempre, è chiuso. Con la mia nipotina girovaghiamo passando anche dallo Stazzone. Mi dice di fermarmi perché vuole giocare nel parco giochi.

Le spiego che è chiuso: “vedi, ci sono le recinzioni”. La sua risposta mia ha letteralmente scosso: “Nonno, c’è il buco, si entra da lì”.  Il buco è quella parte divelta della recinzione che consente ai bimbi di accedere e giocare. Una cosa assolutamente da non fare in considerazione che il parco giochi non è stato collaudato. Ma è la cultura che trasmette l’irresponsabilità della politica e della burocrazia ad essere deleteria. Anziché risolvere il banale problema, mantenuto da mesi, si pratica il ping pong delle responsabilità.

Nel frattempo, per la tanta voglia di giocare da parte dei bimbi, è sorta la cultura, il pensiero, che una soluzione si trova: quella sbagliata. Quella che porta a superare l’ostacolo delle recinzioni creando un buco di accesso. Dunque, l’irresponsabilità della politica e della burocrazia che perde tempo, mesi e mesi per risolvere una banalità, alimenta sin dalla tenera età la cultura dell’arrangiarsi.

Ho dovuto impegnarmi seriamente, lottando contro qualche lacrimuccia della mia nipotina che faceva facile breccia nel mio cuore, a spiegare che non era possibile perché la recinzione significava che i giochi non erano sicuri e che non era giusto accedere attraverso il buco ricavato illegalmente.

Mentre spiegavo queste cose, avrei voluto avere davanti a me chi consente ancora che quel parco dello Stazzone sia ancora chiuso. Come chiuso, di domenica mattina, è quello di via Allende.

Filippo Cardinale