Il calvario di Ezia Certa e lo Stato latitante

SCIACCA. “Oltre quattro anni di incubo e calvario”: Ezia Certa, imprenditrice saccense del settore ittico, così definisce l’ultimo periodo della sua vita. La sua azienda venne travolta dalle acque in occasione di una violentissima alluvione abbattutasi sulla città nel novembre del 2016 e lei stessa ha rischiato la vita. Ma lo Stato non ha ancora assegnato i contributi riconosciuti per tali eventi calamitosi ed ora rischia di chiudere dopo avere riaperto con tantissimi sacrifici. E tutto questo nonostante la pratica sia stata esitata favorevolmente dal dipartimento regionale della Protezione civile.

Una storia fatta di burocrazia lenta e sorda la sua, ma lei non si è mai arresa. La prima domanda di contributo venne presentata alcune settimane dopo l’alluvione ma non venne riconosciuta. Solo nel maggio del 2020, dopo tantissimi solleciti scritti e verbali, il dipartimento regionale della Protezione Civile riammetteva all’istruttoria delle rispettive domande di contributo, la ditta “Italfood” di Ezia Certa e altre ricadenti sul territorio di Sciacca per i danni subiti con l’alluvione del novembre 2016.

Nel settembre del 2020 veniva comunicato alla ditta l’accoglimento dell’istanza di contributo avanzata con richiesta di risarcimento danni, con l’avviso che l’entità del contributo sarebbe stata determinata a seguito della definizione delle risorse disponibili e secondo le modalità previste.

Nel corso di questi anni l’imprenditrice era riuscita con grandi sforzi a riaprire l’attività: lo aveva fatto con l’aiuto di tanti amici fornitori che gli avevano dato fiducia. Insieme ai figli, Ezia Certa si era rimboccata le maniche in attesa dei ristori che ancora non arrivavano. Ma negli ultimi mesi la situazione precipita: con nota Pec del 22 dicembre 2020, l’ufficio legale dell’azienda saccense sollecitava la Regione al fine di ottenere notizie in merito al ristoro delle somme. Il 25 gennaio scorso la risposta, una comunicazione che così recita: “siamo in attesa delle determinazioni del dipartimento nazionale di Protezione civile, in merito all’attivazione dei previsti finanziamenti agevolati”. Ad oggi non risultano aggiornamenti in merito.

Purtroppo lo scorso 3 marzo la “Italfood” riceve la visita di un ufficiale giudiziario”: “Mi hanno pignorato tutte le attrezzature – dice oggi con amarezza Ezia Certa – perchè una ditta a cui devo dei soldi mi ha fatto il decreto ingiuntivo. Inoltre – aggiunge – non posso accedere a nessun tipo di aiuto perché risulto comunque azienda che a livello bancario è nella lista dei clienti insolventi. E’ una situazione da incubo, danno e beffa tutti assieme, un calvario che non ha fine”.

Giuseppe Recca