Si è sempre saputo che l’imprenditore Ignazio Cutrò è nel mirino della vendetta mafiosa. Lui, testimone di giustizia, ha denunciato senza paura la mafia della bassa Quisquina, quella di Bivona. E’ stato un testimone chiave nel processo per mafia “Face off”, celebratosi a Sciacca e concluso con la conferme delle condanne anche all’ultimo grado di giudizio.
Ma diversi giorni all’imprenditore è stata tolta la scorta. E di Cutrò parla il collaboratore Giuseppe Carini. L’uomo, con la sua testimonianza ha permesso di fare arrestare gli esecutori materiali dell’omicidio di don Pino Puglisi, parroco del quartieri di Brancaccio, a Palermo. Carini. Ora parla a difesa di Ignazio Cutrò.
“Ho appena appreso la notizia che Giuseppe Nugara capomafia di San Biagio Platani – dice in una nota Carini – è ritenuto un boss pericolosissimo tanto che è stato applicato il regime di carcere duro il 41 bis. Questa persona è la stessa che intercettata dai carabinieri nel corso dell’operazione della mafia “Montagna” diceva di volere uccidere Ignazio Cutrò non appena lo Stato si sarebbe stancato di lui e gli avesse tolto la scorta. Il Ministero degli interni, la Prefettura di Agrigento, la DDA di Palermo e la Direzione Nazionale Antimafia continuano a fare finta di nulla. Ignazio Cutrò è solo, la famiglia Cutrò è senza alcun dispositivo di protezione. Non possiamo stare zitti. Il nostro silenzio è complice. Voglio dire con estrema chiarezza che la revoca delle speciali misure di protezione a Ignazio Cutrò e la revoca totale della scorta alla sua famiglia è una vera porcata. La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti”.