Ieri a Castelvetrano la presentazione del libro “Ninna nanna, una storia di amore e di mafia” della giornalista Rita Mattei
CASTELVETRANO- Le iniziative culturali di PalmosaFest, associazione magistralmente diretta dalla dinamica e bella Bia Cusumano, lasciano il segno. Non è solo un tracciare una direzione, è scavare un solco lungo il quale incanalare la voglia di cultura, dell’arte, della bellezza. E’ una invocazione a invertire la rotta della società attuale dominata dall’effimero, dal virtuale, dalla voglia dell’isolazionismo. Una invocazione all’elevazione dell’essere umano per volare nel cielo del sapere.
Bia Cusumano non è certo una donna che si arrende. Tutt’altro, è una guerriera, tenace e determinata, forte e poliedrica, nonostante la compagnia di una malattia che divide con lei il suo tempo. E, nonostante tutto, erutta iniziative con la forza di un potente vulcano.
Ideatrice del PalmosaFest, ha plasmato l’associazione a sua immagine e somiglianza. Un format che rende il PalmosaFest un unicum nell’ambito delle iniziative culturali. Diventa ancor più preziosa se si considera che il terreno su cui è stato seminato è formato da un territorio difficile e arido, tormentato dalla forte presenza della mafia. Territorio il cui dominus fino a gennaio è stato il superlatitante numero uno: Matteo Messina Denaro. Ecco perchè il merito di Bia Cusumano ha un valore esponenziale, ecco perchè la sua tenacia e determinazione ne fanno una donna magnificamente completa: bella, colta, determinata, poliedrica, raffinata, professionale. I suoi movimenti sono delicati, come il volo di una libellula.
Bia Cusumano ieri sera ha ospitato, nell’ex Convento dei Minimi, Rita Mattei, per la prima volta è stata in Sicilia per la presentazione del suo libro dal titolo “Ninna nanna. Una storia d’amore e di mafia”.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco, Enzo Alfano, ha dialogato con Rita Mattei la vice presidente dell’Associazione Antimafie “Rita Atria”, Nadia Furnari, e Graziella Proto, direttrice della testata Le Siciliane. A moderare la conversazione è stata Bia Cusumano, presidente dell’Associazione PalmosaKore, che ha letto anche alcuni passi del libro. Deliziosi gli interventi musicali a cura di Enza Ienna, soprano, e Rosario Guzzo, musicista.
Il libro racconta la storia di Carmelina, una donna giovane, bella, forte, moglie del numero due di Cosa Nostra, cresciuta a pane e mafia: era mafioso suo padre, lo sono i suoi fratelli, suo marito. Carmelina è costretta a vivere nel periodo delle stragi che negli anni Novanta hanno sconvolto Palermo e l’Italia intera. Un vissuto terribile, tormentato, ma che ha costretto Carmelina a riflettere sulla vita, sul dolore, sui lutti, sul codice d’onore, la vendetta, l’omertà. Il pentimento del fratello Alessandro, primo “sbirro” dei corleonesi, è un disonore per la famiglia. E’ una condanna: il tradimento si paga con la vita. Sarà un massacro. Per Carmelina niente sarà più come prima e, seguendo il consiglio di un bizzarro parrino, comincia a scrivere. Pagine che legge, rilegge e poi distrugge, per non lasciare pericolosi pizzini in giro.
Rita Mattei è una donna eccezionale, affascinante, colta, elegante, raffinata. E’ una giornalista che ha lavorato in Rai, al Tg2 e al Tg3, come inviato speciale e poi come capo redattore della cronaca nazionale. Si è occupata di cronaca nera e giudiziaria. Ha realizzato inchieste, reportage, dossier su mafia, camorra e ’ndrangheta. Ha lavorato a “Lezioni di mafia”, programma della Rai ideato da Giovanni Falcone e Alberto La Volpe. È docente alla Scuola di giornalismo di Urbino.
Il tormento di Carmelina, vissuto nel mondo senza senno, senza pietà, inzuppato di odio e morte, violenza e crimine, è forte. “Le notti sono maledette… i morti mi vengono a cercare, vedo le loro facce disperate, sento le loro urla, strazianti… il sangue versato non s’asciuga mai”.
Il libro di Rita Mattei è ispirato a una storia vera. “Ninna nanna”, ha una missione non semplice: deve raccontare i dubbi, il tormento, il lungo incubo di Carmelina, cresciuta a pane e mafia e moglie del numero due di Cosa Nostra. Le stragi mafiose la portano a mettere in discussione le sue certezze.
Ma nella vita, spesso sono gli estremi a irradiare quel bagliore che dà una svolta alla medesima. E così Carmelina segue il consiglio di un prete, scrive un diario e prega ma per uscire da questo inferno, c’è un solo modo: sparire.
Il contesto in cui Carmelina si è trovata a far scorrere gli anni della sua vita è vero. E’ vera la storia di mafia e mafiosi; storia dura, spietata. Anni di buio pesto per la Sicilia disperante dominati dalla violenza e barbarie dei corleonesi: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella. Sono questi criminali i protagonisti del buio della Sicilia che insanguinano per anni Palermo, la Sicilia.
Tutto finito? No, non può finire con la morte che, fortunatamente, non risparmia anche i peggiori criminali. E allora, Rita Mattei con Carmelina rende indelebile ciò che ha funestato la nostra Sicilia. Carmelina racconta la Sicilia del sangue sparso per le strade di Palermo (e non solo) con lo sguardo di una donna. Non di una donna qualunque ma della donna, Vincenzina Marchese, figlia, moglie, di mafiosi.
E nella Sicilia brutta c’è anche la Sicilia della speranza, del rifiuto alla mentalità mafiosa. Basta ricordare Rita Atria, anche lei figlia di mafiosi. Ma Rita si dissocia e si affida al giudice istruttore Paolo Borsellino, che diventa come un padre. Quando Rita apprende dell’attentato a Borsellino, a sua volta si uccide. Ma proprio per sua scelta? I misteri in Sicilia si inanellano sempre, purtroppo.
Filippo Cardinale