“I SIGNORI DELLA POLITICA STANNO AMMAZZANDO SCIACCA”

Simone Di Paola e Vincenzo Sabella: “Cos’altro dovremmo dire rispetto alla vergogna di tutte le sale operatore chiuse?”

“Abbiamo speso tutte le parole, non troviamo più aggettivi nel vocabolario della lingua italiana per esprimere il nostro disgusto e la nostra più profonda indignazione per il modo con il quale questa città viene ogni giorno che passa ammazzata sul campo da questi signori della politica agrigentina e palermitana”.

Parole dure che sono espresse, in una nota, dai consiglieri comunali Simone Di Paola e Vincenzo Sabella. Secondo i due consiglieri, inoltre, i politici cui fanno cenno nella nota,  “stanno finalmente coronando il sogno di una vita: distruggere Sciacca, annientare ogni speranza di futura crescita, progresso e sviluppo sociale economico e culturale, riportarci all’età della pietra”.

Per Di Paola e Sabella rimane l’angoscia rispetto ad una politica che non sa risolvere le emergenze ed è distante dal territorio. “Cos’altro dovremmo o potremmo dire infatti di più o di nuovo rispetto a quanto già detto, in relazione alla vergogna di tutte le sale operatore chiuse da più di una settimana, senza che nessuno muova un dito per risolvere il problema? Cosa dovrebbe stupirci ancora rispetto ad un andazzo che ormai va avanti da mesi, senza che le istituzioni cittadine dicano mezza parola per fermare questa quotidiana violenza ai diritti inalienabili di chi sta male? Come dovremmo giustificare la nostra inerzia rispetto a chi non può curarsi nel modo più giusto o di quanti, medici, infermieri ed operatori della sanità, provano, nonostante tutto, ad offrire un servizio dignitoso? Con chi dovremmo prendercela se siamo in primis noi, con i nostri silenzi e la nostra genetica attitudine a subire ogni sopruso, ogni ingiustizia possibile ed immaginabile senza mai reagire, a parte qualche manifestazione di educatissimo dissenso?”

Da una settimana, da quando cioè questo disservizio si è manifestato, Di Paola e Sabella hanno scritto alle massime autorità cittadine chiedendo l’istituzione ad una sede seria di concertazione e di confronto con tutti gli attori della vicenda sanitaria, laddove decidere una volta per tutte e senza sterili polemiche “e senza ipocrisie”, cosa farne di questo ospedale.

“Ma nessuno dei soggetti- chiosano i due consiglierii comunali- ha ritenuto opportuno degnarci di una risposta; nel frattempo le sale operatorie continuano ad operare solo per le emergenze e non si intravede una soluzione all’orizzonte. Dovremmo forse pensare che qualcuno a Sciacca va bene così? O forse dobbiamo davvero concludere che molta parte della politica cittadina non può o non vuole parlare per ragioni che ci sono ignote?”

Ancora una nota di scoraggiamento: “Molti si sarebbero stancati di scrivere, di auspicare in eterno una reazione della città, in persona dei suoi rappresentanti, che non arriva mai”. Ma Di Paola e Sabella non demordono: “Non ci stanchiamo di svolgere il nostro ruolo, di interpretare il sentire comune di quella parte di città che vuole reagire, che intende difendersi con ogni mezzo lecito, che vuole a tutti i costi assicurare un futuro alle nuove generazioni. Ovviamente nella speranza che la nostra voce non rimanga una goccia nel deserto e che chi oggi dorme un domani possa finalmente aprire gli occhi!”

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